La morte della Pizia: mito e verità al Teatro Vittoria di Roma

13 Ottobre 2023

Il mito, il destino e la fede sono sempre stati cari al mondo della letteratura, del cinema e del teatro e proprio intorno a questi tre temi ruotano le vicende de La morte della Pizia, in scena dal 10 al 15 ottobre al Teatro Vittoria a Roma. Tratta dall’omonimo racconto di Friedrich Dürrenmatt, la pièce – diretta da Giuseppe Marini e adattata per il teatro da Irene Lösch e Patrizia La Fonte – racconta gli ultimi giorni di Pannychis Undici (Patrizia La Fonte), sacerdotessa Pizia di Delfi, che deve fare i conti con Tiresia (Maurizio Palladino) e con la profezia che ella ha enunciato anni prima al giovane Edipo, per cercare di scoprire quale sia la verità dietro questa vicenda, in modo da potersi liberare dei vecchi fantasmi e abbandonarsi, finalmente, alla morte. 

Fin dal principio le musiche coinvolgenti e imponenti concretizzano davanti agli occhi le vicende di dei e uomini, riuscendo a trasportare il pubblico in un passato dove era più semplice credere alle profezie, al destino e agli dei – affidandosi a una fede incontestabile per non sentirsi completamente soli e smarriti – piuttosto che prendere decisioni liberamente.

Tutto lo spettacolo, come d’altronde succede nel racconto di Dürrenmatt, gioca quindi sul bisogno degli uomini di credere solo alle verità che fanno loro più comodo e che permettono di vivere una vita tranquilla (anche se infelice) e senza sorprese. E grazie alle incredibili interpretazioni e trasformazioni di Patrizia La Fonte e Maurizio Palladino (i due attori interpretano più di un ruolo all’interno della storia), viene svelata la vera natura dell’essere umano: una creatura impaurita, smarrita, guidata dall’amore o dall’odio e alla ricerca costante di un modo per vivere nella maniera più dignitosa possibile.

Quello che colpisce alla fine è la capacità di portare in vita una storia che tratta di temi così vicini alla nostra epoca, dove siamo circondati da milioni di informazioni diverse che vengono prodotte dalle fonti più disparate, in grado di influenzare non solo la vita di un singolo – come succedeva in passato con le profezie e gli oracoli – ma quella di tutti. Emerge chiaramente anche quanto, in un’epoca in cui le stabilità sono poche, sia molto più semplice lasciarsi condurre da qualcosa al di sopra di noi, perdendo così l’essenza stessa della vita. E proprio per questo lo spettacolo portato in scena da Marini non è altro che una condanna all’essere tanto sprovveduti e deboli, pronti a fare di tutto per un solo sguardo al futuro e a quello che spetta a ciascuno di noi.

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