Il Convegno Sperimentazione e avanguardia, svoltosi a Nizza lo scorso 6 – 7 ottobre all’Université Cote D’Azur, è stato dedicato a Noëmi Blumenkranz-Onimus e Luciano Caruso, due studiosi che, con i loro lavori pionieristici negli anni 60-70 del secolo scorso, hanno portato l’attenzione nazionale e internazionale sull’avanguardia futurista.
Gli interventi hanno fatto emergere l’importanza e l’attualità delle ricerche di questi due autori sulla prima avanguardia italiana e dei loro interessi rivolti non solo alla corrente storica in quanto tale, ma anche all’originalità riformatrice per una nuova arte attuale.
È da sottolineare infatti come, in particolare per Caruso essendo allo stesso tempo anche un teorico, poeta verbo-visuale e sonoro, sia stata una necessità personale riscoprire e ripubblicare testi futuristi in anastatica e carmina figurata, opere di un passato prossimo e remoto, per riuscire a trovare un “origine” alle esperienze figurate e sonore contemporanee. Questa ricerca fu vista da alcuni artisti come un attacco alla novità e alla primogenitura delle neo-avanguardie, ma in realtà l’intellettuale non voleva sminuire la forza propulsiva delle opere contemporanee, bensì mostrare una connessione diretta tra passato e presente-futuro.
Partendo dall’intervento di Alberto Brambilla, che ha esplicitato come lo studioso partenopeo fin dai suoi primi studi si sia rivolto alla ricerca di una genesi remota alle proprie esperienze artistiche e dei suoi contemporanei, il convegno è proseguito evidenziando alcuni lavori di esoeditoria di Caruso dove, al centro di questi percorsi, era sempre presente il Futurismo e le avanguardie storiche, così come le esperienze francesi e italiane a lui coeve.
In particolare Alessandra Acocella ha mostrato la collana dei Pattern, diretta da Caruso tra il 1974-1975 e realizzata assieme allo studio Visual Art Center, dove la scelta editoriale prediligeva autori futuristi e delle neo-avanguardie in continua dialettica tra di loro. Luca Palermo, invece, ha analizzato con attenzione le riviste napoletane, vere e proprie fucine artistiche europee: Documento Sud, Linea Sud, Continuum e Continuazione A-Z.
Le testimonianze di Claudia Salaris e di Pablo Echaurren hanno poi riportato quello che per loro hanno significato i primi studi di Caruso, non solo per quanto riguardava il corpus di ricerche che erano all’avanguardia e pioneristici, ma anche, e soprattutto, per quello che voleva dire studiare in quegli anni questa corrente artistica, cercando di scardinare l’equazione “studioso del futurismo = fascista”.
Cecilia Bello Minciacchi ha inoltre tracciato il rapporto coeso e profondo di condivisione tra Villa e Caruso, un’amicizia sviluppatasi fino alla fine.
Si segnala l’intervento di Patrizio Peterlini che ha analizzato la rassegna internazionale di poesia sperimentale Colpo di Glottide, tenutasi a Firenze nel 1980 e curata da Caruso stesso, commentando anche il celebre testo del poeta partenopeo Balbettando Marx che l’artista Giovanni Fontana ha poi reinterpretato.
A fine convegno abbiamo avuto la fortuna di assistere alla performance di Julian Blaine, che insieme a Fontana, ci ha fatto partecipe del proprio percorso artistico, mostrando una energia e una passione viva, che raramente si vede nel panorama attuale.