Poco meno di due anni sono trascorsi dal debutto di House Of The Dragon attesissimo spin off-prequel della leggendaria GOT di Martin. Se la prima stagione aveva lasciato diffuse perplessità, questo 02×01 fa un salto carpiato in avanti sul piano della qualità. HBO centra, come sempre ha fatto negli ultimi anni il bersaglio grosso. Scrive Ryan Condale dirige Alan Taylor che deietro la macchina da presa è quasi perfetto se escludiamo la complessa messa in scena del finale di episodio che tuttavia possiede una potenza macabra ad alta cifratura narrativa. Tutti i personaggi introducono il loro arco narrativo in modo compiuto. Le psicologie prendono il sopravvento sulle azioni, una dinamica che ha reso celebre la serie madre GOT. Il primo grande cambiamento di House of the Dragon risiede nella sigla. Quando ci si confronta con una delle serie più viste al mondo, bisogna usare prudenza. Se ne deduce che nella prima stagione House of the Dragon abbia forse indugiato troppo in alcune scelte e preso strade con audacia che non avevano convinto. Il nuovo mood parte dalla sigla. Nella nuova intro vediamo tingersi di sangue.La camera insiste e procede creando illustrazioni mediante ricami che si tingono di sangue ripercorrendo i passi salienti di cui siamo padroni fino ad arrivare alla contrapposizione tra le due fazioni protagoniste. I neri e i verdi. Sesso, brame di potere, guerre civili, conflitti familiari, temibili draghi e misteri suggeriti. In questa nuova serie c’è tutto ciò che desideravamo vedere e che faticavamo a ritrovare nella prima stagione. Un finale a tono incredibile, che non tradisce lo spirito che ha reso famosa la serie madre GOT di cui ancora abbiamo negli occhi la potenza visiva e narrativa di un episodio come le “Nozze Rosse”. Forte di una Terza stagione confermata procedendo ad una velocità di narrazione altissima in relazione allo scritto di Martin. Questa nuova stagione di House of The Dragon ve la consiglio altamente. Il sangue è stato versato ,la Danza dei draghi è pronta a prendere vita.