“Ogni volta ho rischiato per la gioia di un minuto”

23 Gennaio 2022

Levante, il coraggio di accettare la fine per aprirsi a nuovi inizi

Testo Giuseppe Senia

A più di un anno da “Vertigine” feat Altarboy, brano che ha fatto parte della colonna sonora della terza stagione di “Baby” (Netflix), Levante (Claudia Lagona, cantante siciliana, ma di adozione torinese) torna in campo con un nuovo singolo: “Dall’alba al tramonto”. Uscito il 21 Maggio per Warner Music Italy, il brano si presenta come una carezza, uno sguardo innocuo e allo stesso tempo denso di significato.

“Questo brano rappresenta tante cose speciali per me” – scrive Levante via social – “prima fra tutte il coraggio di guardare il giorno che si spegne, vivere la paura della notte sapendo che… in ogni fine c’è un inizio, con o senza di noi. Tutto va avanti, andrà avanti, andrà bene. Andrà.”

“Come il giorno e la notte, anche molte relazioni umane si fondano su una polarità che si rivela solo apparente. Il tema è il timore della fine e la confidenza con l’inizio, per ritrovarsi nella tenera sentenza che quei due opposti sono due volti dello stesso momento.”

È proprio da quest’ultima considerazione che andremo a capire quanto sia importante addentrarsi, viaggiare dentro le canzoni:

Inizio e fine sono due concetti “temporali” attribuibili a momenti diversi tra loro, non per forza positivi o negativi. All’interno di una relazione essi possono essere considerati alba e tramonto, giorno e notte, luce e buio. Spesso, nella vita di tutti i giorni, manca quella tensione, quello slancio nel chiudere un capitolo per aprirne un altro, insieme o da soli. È sicuramente complesso accettare qualcosa che è stato e concedersi a qualcosa che sarà! Attraverso il testo di questa canzone, quasi come un dialogo tra presente e passato, Levante chiarifica quanto detto fino ad ora. Nella prima strofa si apre un flusso di coscienza senza esclusione di colpi: parole forti col passato, pigro nella sua inerzia. Basti pensare a frasi come:

“Fuggi a chi guarda, Fuggi agli addii che non sei in grado, tu che non finisci il piatto perché nessun fondo è da toccare, tu”

Ad un tratto, quasi come un fiore che sboccia dal cemento, un arcobaleno dopo la pioggia:

“Lo sai che nella fine ci son tanti inizi da inventare?”.

Una frase, un consiglio dal futuro, un abbraccio di consapevolezza e coraggio, riecheggia come apertura al ritornello che, invece, esplode anche ritmicamente in questo continuo incalzare di parole, quasi a ricordare che tutte le cose accadono e continueranno all’infinito.

“E ogni volta che accade, ogni volta che cado
Ogni volta da capo, ogni volta non la vorrei, però
Ogni volta ho rischiato per la gioia di un minuto
Dire d’essere vissuto fino al tempo di un saluto”…

“Siamo tutti un tramonto da guardare fino in fondo”


Credo davvero in quello che Claudia dice, non tanto come Levante, ma come donna che, insieme a tante altre, ha dovuto affrontare innumerevoli sfide traendone insegnamento. Oltre al fondamentale valore umano di vivere avendo sempre il coraggio di ripassare dallo START, in questo brano traspare anche quella voglia di godersi il panorama il più possibile. Quest’ultimo, valore da non perdere mai, resta costantemente al centro della mia attenzione (e spero anche in quella di chi ascolta). Rischiare “per la gioia di un minuto”, contrariamente a quanto si possa pensare, cela un naturale attaccamento alla vita senza pari, attaccamento che troppo spesso passa in secondo piano, perché troppo distratti dalla maratona di tutti i giorni!


“Dall’alba al tramonto” (prodotta da Antonio Filippelli) porta con sé un sound essenziale composto principalmente da una chitarra acustica (strumento che molto probabilmente è stato utilizzato per la scrittura del brano) e da alcune tastiere utilizzate come pad d’accompagnamento. Non è presente una vera e propria sezione ritmica, in quanto il fulcro della canzone gira intorno al testo e alla voce, eterea, intrappolata in uno spazio infinito.
In conclusione, Levante si dimostra ancora una volta capace di saper emozionare con brani che vincono per la loro essenzialità e, proprio come in questo caso, capaci di esistere al di fuori di regole discografiche e di mercato.

Brava Claudia, accussì si fa!

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