“Love’s Kamikaze”, andato in scena al Teatro Ecuba di Roma è uno spettacolo evocativo e commovente, tratto dall’omonimo romanzo di Mario Moretti, diretto poeticamente da Mila Moretti e interpretato con carattere ed energia da Giovanna Lombardi e Claudio Contartese.
Sul palco, una scenografia essenziale composta da qualche oggetto d’arredo, una tv e una radio per le notizie dall’esterno e, sopratutto, un letto, vuole rappresentare una stanza-bunker nei sotterranei dell’hotel Hilton di Tel-Aviv, città che nel 2005 è sconvolta come tutta la Terra santa dai drammatici eventi della Seconda intifada. Qui una giovane coppia vive la propria vicenda amorosa tra alti e bassi, battibecchi e rappacificazioni, pur sopportando il peso della storia dei due popoli a cui appartengono. Noemi (Lombardi) è un’ebrea israeliana frizzante e acuta che non lesina battute, con quello stile jewish humor che ben mette in luce le idiosincrasie del reale, al suo compagno Abdel (Contartese), un arabo palestinese più disilluso e riflessivo che spesso non coglie lo scherzo e vede la provocazione. Se Noemi legge David Grossman e crede che l’umorismo sia il vaccino contro il fanatismo, Abdel recita “Non hai fratelli amico mio” di Mahmoud Darwish: due mondi a confronto che vivono quotidianità distanti pur ritrovandosi in quella camera dell’albergo che a volte è casa, a volte nido d’amore, altre volte prigione della mente. Tristemente, è un amore impossibile che lo spettatore vive con apprensione mentre la vicenda evolve in un climax drammatico e avvincente che esplode nel tragico e inaspettato colpo di scena finale.
“Love’s Kamikaze” è il risultato dell’ottima sinergia tra direzione registica, lavoro attoriale e tecnica di scena che realizzano insieme uno spettacolo eccellente ed emozionante. Sebbene il testo originale dell’opera si concentri in una certa misura sull’analisi delle dinamiche storiche e politiche del conflitto israelo-palestinese, la regista Moretti snellisce la Storia e concentra l’attenzione sulla relazione sentimentale tra i protagonisti per mettere in scena una storia d’amore vera che non scade nel semplicismo del banale. Questo anche grazie alla capacità attoriale di Lombardi e Contartese che riescono a evocare in maniera emblematica e realistica le dinamiche di un rapporto conflittuale in un contesto di dilagante tensione sociale. La chimica tra i due sul palco è indiscutibile: come in ogni relazione che si rispetti i due amanti discutono, si canzonano, si infervorano e litigano per poi rappacificarsi nel letto mentre alla sensualità e agli amplessi fanno eco le bombe che esplodono fuori dalla scena. Colpisce ed intenerisce sentirli parlare con naturale tranquillità delle atrocità che hanno esperito nel loro vissuto, espediente che mette in risalto quella strana facoltà umana di abituarsi a tutto, sia al bene che, tristemente, al male. Un sapiente uso delle luci convoglia l’attenzione dello spettatore su alcuni selezionati monologhi degli attori, esaltandone il pathos e la drammaticità del momento.
Nel complesso, “Love’s kamikaze” è un lavoro potente e accattivante che ha il merito di presentare sul palco la complessità della natura umana nelle sue sfaccettature più variegate e sottili, grazie anche a personaggi non statici, e ai loro interpreti, che evolvono mentre si sviluppa la tragedia dell’amore che per tutti i motivi del mondo non può essere vissuto. A mio avviso, non è una magra consolazione il fatto che, nonostante l’odio, la discriminazione e l’intolleranza, l’amore riesca a trovare una via di fuga per trionfare, sebbene, qualche volta, a modo suo. Se l’espressione amor vincit omnia ha un senso e un valore, lo aveva al tempo di Virgilio così come lo ha oggi, anche grazie ad una storia triste e romantica come quella di Noemi e Abdel.