L’ebreo errante

31 Gennaio 2023

Moni Ovadia torna al Vascello dove debuttò per la primissima volta 30 anni fa con il Cabaret Yddish Oylem Goylem, che letteralmente significa “Mondo scemo”,  dal 24 al 29 gennaio.

Con Moni Ovadia e l’orchestra: Maurizio Dehò al Violino, Giovanna Famulari al Violoncello, Paolo Rocca al Clarinetto, Alberto Mihai lla Fisarmonica, Marian Serban al Cymbalon.

Scene e costumi: Elisa Savi

Progetto sonoro: Mauro Pagiaro

produzione CTB Centro Teatrale Bresciano e Corvino Produzioni

Uno spettacolo di circa 2 ore che ci fa viaggiare e conoscere questa cultura attraverso canti, aneddoti, racconti e storie di religione di un popolo andato in esilio e dal quale ne ha tratto vantaggio.

 La scena è ambientata in un’atmosfera calda, l’orchestra suona su un palco ornato di cime e valigie, come fosse una nave colma di storia.

Ovadia e la sua interpretazione, esprime allegria e racconta questo popolo.

“Chi sono gli ebrei? Dei talentuosi del denaro…Il contante deve circolare non deve stare fermo su un vitello.”

La storiella simpatica che ci racconta inizialmente fa ironia sul tipico carattere affaristico di questo popolo e al contempo fa riferimento ad un aneddoto biblico, la storia del vitello d’ oro. Nel contenuto ci sono i principali avvenimenti che segnano la nascita definitiva dell’ebraismo.

Tra un racconto e l’altro l’orchestra suona dei brani di genere Zlezmer, una musica dolce e festosa.

Probabilmente le canzoni sono collegate ai racconti che narra, purtroppo chi non parla la lingua difficilmente capisce i testi, in ogni caso la musica è accogliente e ci avvolge.

L’artista ci parla dell’esilio come condizione dura poichè l’esiliato lascia alle spalle tutto, amici, parenti, terra, abitudini, cultura, lingua.

Da questa condizione Ovadia racconta che questo popolo è riuscito a trarne vantaggio e a vederne il bene e ,soprattutto dal punto di vista religioso, possiamo avvicinarci di più al misticismo e alla religione: anche Dio è in esilio.

È piacevole ascoltare le narrazioni in un ritmo calzante di una cultura pragmatica che si auto-dichiara a conoscenza del vero male del mondo e si confina da esso.

Lo Yddish è una lingua nata nell’esilio per l’esilio.

Nel 1912 al municipio ebraico di Praga veniva presentato uno spettacolo sullo yddish e in platea c’era un pubblico ebraico che parlava tedesco, Ovadia ci svela che in realtà tutto il mondo ebraico può riconoscere la lingua Yddish, pure in quello spettacolo li.

Un itinerante racconto attraverso anche battute piccanti sul viaggio del popolo ebraico e il profondo significato che è alla base della cultura Yddish.

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