EMILIA VERGINELLI TRASPORTA IL SUO PUBBLICO SUL TRENO DIREZIONE “LOURDES”

26 Ottobre 2023

Siamo a Roma, in zona Terme di Caracalla, dove l’artista Emilia Verginelli decide di tendere la mano al pubblico e accompagnarlo all’interno del suo viaggio a “Lourdes”, così è il titolo del suo spettacolo: una vera e propria immersione nella città dei “miracoli”, dove chiunque potrà vivere quella che è stata la sua esperienza per dieci anni consecutivi.

Si svolge tutto in due date, quelle del 24 e 25 ottobre all’Angelo Mai-Circolo Arci. Ci si presenta come a qualsiasi spettacolo, ma basta poco per capire che non è una rappresentazione come le altre, i tendoni aprono su un palco riempito di sedie sparse qua e là, in maniera del tutto casuale, o forse nulla è posta lì a caso. È proprio l’attrice e performer che invita i suoi ospiti a prendere posto, “Fate come volete, sentitevi liberi” sono le sue prime parole, le luci rimangono accese e il rumore del treno fa partire il suo viaggio verso “Lourdes”. Uno spettacolo, dunque, dove il pubblico è parte viva, attiva, ci si può alzare, sdraiare, disegnare, fare addirittura foto, ma solamente a lei e alla sua unica spalla sul palco, che si muoverà per fare riprese proiettate su uno schermo, ognuno ha il suo telefono per seguire i racconti della Verginelli con sottotitoli in inglese, spagnolo, francese, arabo e non solo. Ci si dimentica di ciò che avviene fuori, è tutto lì, in quello spazio, dove il tempo scorre rapidamente, a differenza del vagone Roma/Lourdes che ci impiega ben ventiquattro ore e il tempo sembra non scorrere mai, qui è diverso, si può uscire dalla sala, eppure nessuno lo fa. Gli sguardi della performer sono proiettori di immagini vissute, qualcuno rimane incollato alla propria sedia assorto, altri si siedono a terra per disegnare cose astratte su un foglio, qui ed ora, dove si vive il teatro nel teatro, senza perché, senza regole. Medjugorie, Fatima, Loreto, tante destinazioni, ma si torna sempre lì, a Lourdes: “Un posto molto intenso rispetto alla preghiera e dove sarei potuto guarire” come dice Dino (l’amico disabile e conoscente dell’attrice), dove su settemila dossier di guarigioni ne hanno certificate ben settanta e quel bagno appena concluso che restituisce ad una donna la percezione del suo corpo, quella vista riacquisita da un altro individuo.  Utopia? No, realtà vissuta da un’attrice che proietta sui muri immagini di luci con statuette di madonnine ma il suo sguardo quando si incrocia con il tuo ti fa sentire che quel viaggio, anche se non lo hai mai vissuto, c’è stato realmente.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Non perdere

“Femininum Maskulinum”, l’ultimo capolavoro di Giancarlo Sepe.

È stato in scena dal 3 al 21 aprile, presso