INTERRUZIONI – LE CREPE DELL’ANIMA: L’INFANTICIDIO ENTRA AL TEATRO LO SPAZIO

19 Febbraio 2024

Si è svolto a Roma al Teatro Lo Spazio in quattro serate, dal 15 al 18 febbraio, INTERRUZIONI – LE CREPE DELL’ANIMA – spettacolo tratto dall’omonimo libro di Camilla Ghedini, che vede l’adattamento scenico e la regia di Paolo Vanacore e sul palco l’unica interprete Carmen Di Marzo nei panni di Anna.
I complimenti vanno ad un’attrice che ha dovuto vestire i panni di un personaggio tutt’altro che facile da interpretare, un lavoro psicologico che ha convinto il pubblico presente (gli applausi della platea ne sono stati conferma).
Si assiste a un personaggio forte, altrettanto forte è la volontà di Vanacore di mettere in scena una storia controcorrente, che non si mette dalla parte dei giusti o della vittima, ma del carnefice, come a voler provocare delle reazioni tra i presenti.
Anna ha ucciso suo figlio di appena sei mesi, lo rivela all’interno di un’aula di Tribunale e lo spettacolo ruota intorno al perché di questo tragico evento.
INTERRUZIONI – LE CREPE DELL’ANIMA lascia quindi forti dubbi e riflessioni, in scena a prevalere è il buio, per cinquanta minuti si assiste al dialogo/monologo dell’attrice e uno spettatore che viene catapultato dal Tribunale, a casa della donna con la particolarità di un forte contrasto, da una parte Anna, dall’altra il Pubblico Ministero, Olga (sempre Carmen Di Marzo), che di figli non può averne.
Si potrebbe parlare quindi di un atto coraggioso e di un tema di cui nessuno parla, ovvero la difficoltà psicologica che una madre affronta dopo il parto, ma altrettanto coraggioso e più difficoltoso è capire il perché arrivi una donna ad un simile gesto.
La nascita è vista come la messa al mondo di una vita, al tempo stesso però come una rovina, quella appunto di Anna che non ha più attenzioni da parte di suo marito, una visione pessimistica totale che non vede vie di uscita se non quella dell’infanticidio e del tragico.
Si parla per cinquanta minuti quindi di morte, malattia, una lista straziante di esempi che hanno rovinato vite e che si sono rovinate a loro volta, per inerzia si spengono le luci e si lascia in balia di qualche profonda riflessione.

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