Quei bravi ragazzi, educati, formali, rispettosi, gentili, sorridenti, senza macchia di ribellione, sono loro, sempre più, i volti dei carnefici dei delitti passionali o delle rivendicazioni sessiste, mortificando, svilendo, oggettificando mogli o fidanzate e, profondamente, imbestialendo il loro essere uomini.
Ma in queste tragedie l’opinione pubblica continua a chiedersi i genitori che posizione occupino: omertà o cieca inconsapevolezza?
Lo spettacolo Quattro minuti e 12 secondi, testo dello scrittore James Fritz, debuttato al Teatro del Lido, con la regia di Giancarlo Nicoletti, ha tentato di raccontare ciò che accade nella mente di una famiglia “per bene”, la quale a poco a poco prende consapevolezza di chi è realmente quel bravo ragazzo da loro cresciuto, tra le bugie dette agli altri e a sé stessi, i silenzi, i segreti e le recriminazioni, dopo che un video ritraente la violenta, non consensuale, scena d’intimità del figlio e della ragazza ha iniziato a circolare sul web.
Quattro minuti e 12 secondi è un dramma contemporaneo che esplora in modo incisivo e attuale le dinamiche di potere e fiducia all’interno dei rapporti interfamigliari e passionali. Interpretato con delicatezza da Chiara Becchimanzi, Claudio Vanni e gli emergenti Flavia Lorusso e Samuel Ghiani, la pièce ne indaga con grande intensità il walzer voltafaccia della colpa nella cornice delle conseguenze della tecnologia sulla privacy e il futuro della coppia di adolescenti Tommy, il vessatore e Lara (Flavia Lorusso), la vittima.
La Becchimanzi, nel ruolo della madre protettiva e Vanni, un padre che tenta di difendere il figlio e vederne ancora i resti d’innocenza e bontà, impeccabili nel trasmettere le tensioni e le ambiguità celate dietro i loro personaggi, hanno portato sul palco una performance densa di mistero e umanità, passando dalla dolcezza alla disperazione con aspra naturalezza. Sciolti, sostenuti da una regia che ha saputo sostenere un ritmo narrativo serrato, con attimi di silenzio, tensione e dialoghi taglienti, lasciano il pubblico sempre in bilico tra verità e menzogna.
La minimalista scenografia ha contribuito a mettere in risalto le interazioni tra i personaggi, senza mai far distrarre il pubblico dalla drammaticità della vicenda, grazie, anche, al gioco di luci utile a sottolineare i momenti chiave del dramma, creando atmosfere ora intime, ora inquietanti.
“Quattro minuti e 12 secondi” è uno spettacolo che lascia il pubblico con molte domande e riflessioni sulla revenge porn ormai senza freni sugli spazi, oscuri, purtroppo pubblici, di internet nella nostra vita quotidiana, sui confini tra intimo e privato, e sulle fragilità delle relazioni umane.
Un’opera educativa, ben costruita, con la quale è possibile analizzare i simili, contemporanei, fatti di cronaca da un’altra prospettiva, quella di chi credeva davvero di aver cresciuto con i giusti valori quei bravi ragazzi.