Joker: Folie à Deux di Todd Phillips

1 Ottobre 2024

Troppo grande era stato il successo del primo Joker (2019) firmato Todd Phillips, eppure i nomi in cartellone a comporre il cast di questo prosieguo parevano far ben sperare in un prodotto che quantomeno accompagnasse degnamente il primo. Ma Joker: Folie à Deux non regge lontanamente il confronto con il predecessore.

Dopo aver ucciso cinque persone (sei ad includere sua madre di cui però non lo si sospetta), Arthur Fleck (Phoenix) è rinchiuso nel reparto di massima sicurezza dell’ospedale psichiatrico statale di Arkham. L’ego riempito che possedeva alla fine del primo film si è da tempo sgonfiato, facendocelo ritrovare in uno stato di introversione simile a quello conosciuto all’inizio. Il suo avvocato Maryanne Stewart (Catherine Keener), non potendo scagionarlo, dal momento che uno dei suo crimini è stato commesso in diretta tv, cerca di fare leva su di uno stato di follia come risultante di un disturbo di identità dissociata. Mentre passeggia nei corridoi di un reparto di minima sicurezza, Arthur, incrocia lo sguardo di Lee (Lady Gaga) e ne rimane attratto. Per la sua buona condotta, la guardia di Arkham, Jackie Sullivan (Brendan Gleeson) iscrive Arthur allo stesso corso di musica della ragazza, dando il via a un legame fanatico tra i due.

È la musica a muovere i pensieri e le azioni dei due personaggi, che come in un’armonia dissonante, paiono intrecciare i loro intenti. Dico “paiono” perché nell’effettivo questo passo a due, questa “follia di due” (nota in termini psichiatrici come “psicosi condivisa”) è in sostanza una follia unilaterale, quella di Lee (Harley Quinn).

Il personaggio di Harley Quinn è quasi per nulla indagato, la sceneggiatura non le offre la complessità che avrebbe meritato, sappiamo il perché sia rinchiusa in un’ospedale psichiatrico, ma le sue motivazioni non ci sono chiare. Ne scaturisce un personaggio poco delineato, poco potente (il che è tutto dire se quel personaggio è interpretato dall’eccentrica Gaga), una groupie a seguito della rockstar, ma che ama solo la rockstar e non chi si cela dietro. Mi viene da pensare che forse sarebbe stato più interessante dedicare un film al solo al personaggio di Lee, scavare nella mente di chi idealizza qualcuno fino a tessere i fili per manovrarlo, piuttosto che dire poco niente su entrambi in preparazione (forse) di un terzo film(?). Il messaggio si evince troppo tardi rispetto alla costruzione della pellicola, la prima ora e mezzo risulta pesante e per nulla accattivante, tenuta in piedi solo dalle capacità attoriali di Joaquin Phoenix che a distanza di qualche anno mantiene saldamente le linee guida del personaggio che gli ha regalato l’ambito premio Oscar. Neanche la formula musical nel complesso coglie nel segno, i brani arrivano in momenti in cui non li aspetteresti e non concedono nulla in più. Considerato che Arthur nei picchi tensivi del primo film si concede in un ballo liberatorio, non si storce così tanto il naso dalla presenza ingombrante della musica, ma da grande amante del genere non ho avuto l’impressione di quel luogo onirico dove possiamo decidere chi essere, piuttosto una forzatura dovuta alla presenza nel cast di Gaga.

La sceneggiatura è troppo scarna e priva di sottotrame che avrebbero aiutato l’intreccio per poter considerare sufficiente un film di 2h e 20m, anche se piuttosto bella si rivela la scena dello “smascheramento” di Arthur. Non esiste nessun Joker, non esiste nessuna doppia identità, semplicemente capita di poter decidere consapevolmente e brutalmente che la vita debba cambiare rotta.

L’irresolutezza di questo film, la mancanza di piglio e l’amaro in bocca che ti lascia dopo averlo guardato sembrerebbero tutti segnali per l’arrivo di un’opera terza. Ma ne abbiamo davvero bisogno a questo punto? C’è altro da dire effettivamente?

Nel frattempo Joker: Folie à Deux di Todd Phillips sarà disponibile al cinema da domani, 2 ottobre.

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