Un vizio di famiglia – Laure Calamy è la protagonista di una dramma noir tra lotta di classe e di genere

4 Gennaio 2023

Laure Calamy è conosciuta da tutti per il ruolo dell’assistente Noémie Leclerc, all’interno dell’agenzia artistica parigina ASK nella serie comica francese Dix Pour Cent, che racconta i retroscena degli attori e di chi si occupa della loro carriera, cioè i loro agenti. L’attrice francese non è solo brava a far ridere, ma è molto versatile. Dopo aver vinto nel 2021, con la sua interpretazione drammatica il premio come Miglior Attrice Protagonista in Orizzonti a Venezia con il film Full Time – Al cento per cento, è tornata di nuovo al Lido, con l’enigmatico ruolo di Stéphane, nel dramma familiare con tinte noir del regista Sébastien Marnier.

La protagonista Stéphane, una sensuale più che mai Calamy, all’inizio di Un vizio di famiglia si mostra come una quarantenne con vita monotona che abita in un’appartemento in provincia. Una semplice operaia in un conservificio di pesce che decide, da un giorno all’altro, di dare una scossa alla sua umile povera esistenza. Decide quindi di conoscere, finalmente, il padre biologico e la sua folle famiglia che vive in una villa lussuosa in riva al mare. Stéphane verrà catapultata in un nuovo mondo, una realtà da sempre desiderata, che però si rivelerà, come ormai ci hanno abituato tutti i privilege family drama, un ritratto di una borghesia anaffettiva, malata di soldi e di poteri.

Osservando la ricca famiglia è impossibile non pensare alla serie tv Succession. Il patriarca Serge, è decisamente un uomo alla Logan Roy, determinato a tenere le redini della sua azienda fino al giorno della sua morte. Serge, interpretato dall’attore francese Jacques Weber, però non è solo nella grande casa piena d’arte e mobili antichi, ma è circondata da quattro figure femminili ingombranti. Louise, la moglie accumulatrice seriale, George la figlia decisa a prendere in mano l’impero di famiglia, la nipote silenziosa Jeanne, aspirante fotografa, e Agnes, l’inquietante governante sempre presente. L’anziano padre accoglierà a braccia aperte la figlia ritrovata e la convincerà a testimoniare al processo contro le quattro donne.

Ma chi è veramente Stéphane? La figlia illegittima mai riconosciuta di Serge? O una truffatrice ed ex galeotta che ha rubato l’identità alla sua amante in carcere ex coinquilina di cella? Questa donna è di certo una che sa mentire e piuttosto bene, perché con le sue bugie e inganni darà inizio ad una sequenza di drammi che porteranno ad un funerale, ad un omicidio e una lotta contro il patriarcato con un finale a sorpresa degno di un thriller alla Hitchcock.

Un vizio di famiglia, in originale L’Origine du Mal, si mostra poco alla volta per poi svelarsi tutto nell’ultima mezz’ora. Questo lungometraggio riesce in tutta la sua durata, due ore belle piene, a tenere lo spettatore in sala con il fiato sospeso grazie ad una sceneggiatura intrigante e piena di colpi di scena. Sébastien Marnier porta sul grande schermo un film che è il perfetto mix tra un dramma familiare con la classica lotta di classe e un thriller francese che si rivela, ma solo nella seconda parte, un revenge movie femminista.

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