Dogman è meno avvincente di Joker

18 Ottobre 2023

«Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane».

La nuova fatica di Luc Besson si intitola Dogman, presentato in anteprima in concorso alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 31 agosto 2023 e uscito il 12 ottobre nelle sale italiane. Dopo aver diretto il thriller spionistico Anna (2019), il regista classe 1959 sforna un prodotto abbastanza analogo a Joker (di Todd Phillips, 2019) senza però eguagliarlo.

La trama è incentrata sull’emarginato Doug (Caleb Landry Jones da adulto e Lincoln Powell da bambino), vittima fin da bambino delle violenze del patrigno e cresciuto in compagnia con gli unici amici che aveva, niente meno che dei fedelissimi cani. Una volta adulto, Doug, ancora tormentato dai ricordi di infanzia, si isola in una scuola abbandonata in compagnia dei suoi amici a quattro zampe. Questo legame fortissimo che ha con i cani deciderà di usarlo per vendicarsi dei torti subiti.

Dogman è in pieno stile Luc Besson: un noir che fa uso di luci scure e di un protagonista dilaniato per un passato tormentato. Un film, dunque, incentrato sulla salvezza dell’essere umano grazie alla fedeltà dei cani e grazie alla fuga del proprio corpo – ferito e torturato – travestito da donna e da drag queen. Il regista, infatti, mette in luce sia i simpaticissimi cani che l’interpretazione magnetica e genuina dell’attore texano Caleb Landry Jones (ottimo lavoro anche della sua controparte), vincitore del premio come miglior attore alla 74º Festival di Cannes per Nitram (di Justin Kurzel, 2021).

Dogman: una scena del film

Dogman ricorda Joker sia a livello tecnico facendo uso di primi piani all’interno di edifici bui e stretti (in modo tale da aumentare la drammaticità del racconto), che a livello narrativo perché ha come protagonista un emarginato che decide di farsi giustizia da solo dopo tutti i torti subiti. Ma, per quanto Luc Besson sia un bravo regista e Caleb Landry Jones un attore talentuoso, Joker ha una marcia in più rispetto a Dogman. Il motivo è che l’opera del regista francese, oltre ad avere qualche forzatura in più, ha un climax molto meno sostenuto e sfilacciato rispetto a Joker. Essendo più giocato sulle parole piuttosto che sugli eventi, il film di Besson intriga soprattutto fino a metà visione perché alla lunga risulta piatto.

Il climax di Dogman risiede più nelle conversazioni dove si ha sostanzialmente tensione di scoprire la perla di saggezza di Doug durante gli interrogatori. In fondo la morale è efficace ed è difficile da contestare: «I cani non mentono quando parlano d’amore». Dogman è allora un film riuscito pur non essendo particolarmente esaltante, almeno se paragonato a lavori di Luc Besson più meritevoli come Nikita (1990) e Léon (1994). La candidatura agli Oscar di Caleb Landry Jones sarà comunque solo una questione di tempo.

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Jacky Debach

Isac Jacky Debach nasce a Roma il 30 gennaio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Comunicazione pubblica e d'impresa presso La Sapienza, la laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale presso l'Università degli Studi Roma Tre (DAMS) e il diploma di Master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Ha lavorato come redattore per Cosanepensate.it, come account commerciale per la ME Production SRL e ha collaborato con Madmass.it, Metropolitan Magazine.it e Recensito. Attualmente gestisce la pagina social Cinefusi.it e lavora come social media manager. Amante del cinema, della musica, della serialità televisiva e del calcio.

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