Il viaggio elettronico di Caterina Barbieri manda in estasi il Teatro Argentina

19 Ottobre 2023

L’ uomo e la macchina. Nel mezzo la musica, a disegnare traiettorie visive, a colorare e a suggestionare emozioni. A parlare, per il tramite di una consolle. Suoni elettronici dell’anima. “Spirit exit”, la performance di Caterina Barbieri, attesissima al Teatro Argentina di Roma è volata via, in 60 minuti di religiose campionature, in una domenica di metà ottobre. Il calendario di Roma Europa Festival ha colto nel segno con una proposizione di musica elettronica estremamente contemporanea e capace di toccare corde sensibili. Pubblico estasiasto, in silenzio fino all’applauso liberatorio di ringraziamento sincero, in chiusura. Al termine di una sospensione simile allo stato di trance, guidata da una figura in silhouette in piedi, vestita con una corazza luccicante, e amplificata da effetti cromatici, sullo sfondo, in continuo modellamento. Fondamentale il contributo di Marcel Weber, per l’allestimento scenico, e di Ruben Spini per la parte video.

Un caleidoscopio sospeso su una nuvola che ha trasportato l’astronave Argentina in un viaggio nell’intimità dell’artista e del suo percorso di vita. In un’altalena continua tra alti e bassi, esplosioni di forza e momenti di debolezza. Caterina Barbieri ha avvalorato il suo nome quotato nella scena underground con una prestazione di ricerca assoluta, ma intelligibile, capace cioè di parlare con le orecchie e le anime dei presenti.

C’è chi le snobba rubricandole a semplici macchine, ma l’evidenza è un’altra: Barbieri, dal suo trono-consolle, ha fornito prova concreta che, se la macchina viene manovrata dall’umano, accade che si producono arte e tossine emotive. Anche se gli strumenti musicali non ci sono.
Un’esibizione dal vivo capace di gettare un ponte tra poesia e algoritmo, tra umano e post-umano, tra terreno e ultraterreno. Arrangiamenti massimalisti, strumenti organici e voce, tutto insieme, un insieme da brividi.

Abbiamo assistito a una prova, se ce ne fosse bisogno, che la musica non è morta, tutt’altro.
Chapeau a Caterina Barbieri, dj mondiale ma anche italianissima.

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