C’è ancora domani – Paola Cortellesi omaggia tutte le donne del passato

18 Novembre 2023

Paola Cortellesi al suo debutto dietro la macchina da presa porta sul grande schermo un film che forse nessuno si aspettava. La sua opera prima, infatti, è una pellicola che parla di violenza domestica, patriarcato e diritti femminili, e lo fa attraverso una storia ambientata nel passato, ma che risulta sempre attuale. C’è ancora domani però non racconta la nostalgia di tempi peggiori per le donne che furono, bensì guarda anche al nostro presente e alle battaglie per la parità di genere.

C’è ancora domani è girato in bianco e nero, come un film neorealista che ci riporta nella Primavera del 1946, nella città di Roma in pieno Dopoguerra, quando finalmente la Seconda Guerra Mondiale è finita. La Capitale dell’Italia è libera da due anni e nelle strade c’è ancora la presenza dei militari americani, belli alti e con tutti i denti, come fa notare al mercato in una scena divertente il personaggio di Marisa, interpretato dall’attrice Emanuela Fanelli. La protagonista è Delia, la stessa Cortellesi, una donna semplice, del popolo, succube del marito, con una vita piuttosto monotona, divisa tra le facende casalinghe e i tanti lavori con cui guadagna poco. Moglie di Ivano e madre di Marcella, una figlia ormai adulta e due bambini, a differenza della sua migliore amica che vende e lavora con il compagno frutta e verdura, vive un matrimonio pieno di tanta violenza fisica e psicologica.

Il marito, che fin dalla prima scena si fa odiare dal pubblico, schiaffeggia la donna appena sveglio al mattino a letto, è interpretato da Valerio Mastandrea, che per tutta la durata del film non smette mai di essere il cattivo della storia. Gli abusi vengono mostrati con una scelta davvero originale, infatti la scena in cui Ivano prende a botte Delia avviene attraverso una coreografia di un ballo macrobro fatto di prese, calci e pugni. Non fanno neanche una buona figura il suocero Sor Ottorino Santucci o il cosidetto “buon partito” Giulio, l’attore Francesco Centorame, fidanzato con Marcella interpretata da Romana Maggiora Vergano. Forse l’unico uomo che si salva, oltre al marito di Marisa e il giovane soldato afroamericano William, è il meccanico Nino (Vinicio Marchioni) e vecchio amore in gioventù della protagonista.

Tutto cambia per Delia quando un giorno riceve una lettera misteriosa e trova il coraggio per prendere una direzione inaspettata creando da sola un avvenire migliore di quello a cui è destinata. Quello che per tutta la durata del film può sembrare un biglietto forse d’amore, si rivelerà un foglio in grado di cambiare il futuro, quello della sua amata figlia e quello delle donne che verranno. Perchè Delia alla fine, dopo una corsa liberatoria, che ricorda quella di Greta Gerwig in Frances Ha, non si fa bella e indossa la camicetta nuova per un amante, ma per andare a votare. Lei assieme ad altre donne di tutte le classi sociali, infatti useranno il loro diritto di voto, per la prima volta, per decidere finalmente le sorti dell’Italia con il Referendum istituzionale monarchia-repubblica. Per concludere i titoli di coda sono immagini storiche di repertorio da quel 2 e 3 giugno 1946.

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Paola Cortellesi sceglie un linguaggio popolare e immediato, con una regia ricercata che ricorda molto il cinema femminista della regista di Barbie e quello di Sofia Coppola. Il montaggio iniziale, quando Delia cammina per Roma con di sottofondo “Calvin” dei Jon Spencer Blues Explosion, ricorda molto le scelte musicali anacronistiche in Marie Antoinette.

C’è ancora domani è una lettera a cuore aperto per tutte le nostre nonne, mamme e alle ragazze del passato. Si parla della società patriarcale di un tempo e di come, ancora adesso, nel nostro presente i suoi effetti sono vivi e come le donne in qualche modo ancora li subiscono. Il finale di mostrare l’importanza di votare come diritto e dovere è la ciliegina sulla torta che racchiude un lungometraggio che rimarrà nella mente di tutti noi.

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