Cento Domeniche – Antonio Albanese, la classe operaia e la sua provincia

27 Novembre 2023

E’ un’occasione più unica che rara, quando si vive in una provincia come la mia, di vedere al cinema un lungometraggio interamente filmato in un paese vicino alla propria casa. L’ opportunità è stata proprio grazie all’attore Antonio Albanese che ha deciso di girare Cento domeniche ad Olginate in provincia di Lecco, dove è nato e cresciuto, per portare sul grande schermo la sua opera più personale e drammatica della sua carriera. Nel film non c’è solo la sua cittadina con il suo supermercato, la biblioteca o le vie del centro ma anche Galbiate, la bocciofila di Garlate e Lecco, dove Alabanese ha presentato la sua nuova pellicola al pubblico lecchese partecipando alla doppia proiezione al cinema Nuovo Aquilone. L’ attore e regista ha intrattenuto tutti i presenti in sala raccontando, con il suo umorismo inconfondibile, aneddoti dal set e salutando anche le comparse presenti che hanno collaborato alla realizzazzione di Cento domeniche presentato in anteprima ad ottobre alla Festa del Cinema di Roma 2023.

La scelta di scegliere di chiamare quest’opera cinematografica con Cento domeniche, fa riferimento al sacrificio e la solidarietà tra gli operai. Come viene spiegato in una scena specifica in cui Antonio, interpretato da Alabanese, va a trovare un amico ricoverato all’ospedale, il titolo equivale ai giorni festivi in cui uomini e padri di famiglia hanno passato il loro tempo libero per costruirsi, con le proprie mani, la loro casa. Perchè il protagonista è Antonio Riva, un ex operaio metalmeccanico in età di pensione qualunque, che ha lavorato per la vita e vive una realtà semplice tra partite di bocce con gli amici e curare l’anziana madre con cui condivide l’appartamento.

Antonio è divorziato, ma con la sua prima e unica moglie ha avuto Emilia, ormai una giovane donna che ha deciso di sposarsi con il suo fidanzato, con cui gestisce un negozio d’abbigliamento. Il padre alla notizia scoppia di gioia anche perchè, per lui, è un sogno che si avvera portare all’altare la sua unica figlia. Quella che si presenta come un’occasione per coronare un lieto evento, sarà la condanna di un uomo che alla necessità di prendere dei soldi, si presenterà in banca per attingere ai suoi risparmi dove scoprirà che le sue obbligazioni sono diventate azioni. Il signor Riva senza aver capito davvero quello che significava, da consenso e si fida del nuovo direttore dell’istituto di credito, dopotutto come ripete lui stesso quella era anche la banca di suo padre.

Il film che fino a qui aveva tenuto i toni della commedia all’italiana, con tante battute e molte risate, inizia a sprofondare sempre più nell’angoscia fino ad un tragico epigolo finale. Antonio Albanese racconta tutta la vicenda dal punto di vista di una delle tante vittime, incredulo che la “sua” banca abbia potuto tradirlo e ingannarlo. Il regista lo fa bloccando spesso la macchina da presa, quasi fosse incapace di reagire a questa brutta situazione, ma anche con primi piani sulle espressioni ingannevoli dei vari dipendenti della sede della banca, ovviamente non tutti come il giovane impiegato Federico che per la vergogna si suiciderà.

Cento domeniche è un film drammatico che possiede una scrittura semplice e liniare con interpretazioni convincenti come quella di Liliana Bottone, attrice campana, nei panni di Emilia bravissima a riprodurre il difficile accento del posto che sembra veramente una ragazza di Olginate. Non solo questo giovane talento ma anche volti noti del nostro teatro italiano come Giulia Lazzarini, la mamma di Antonio un po’ sorda ed Elio De Capitano l’ex datore di lavoro del cantiere nautico, dove lo stesso attore e regista ha lavorato in passato tra i 15 e i 22 anni. Ovviamente quello che spicca di più, con la sua interpretazione, è Antonio Albanese, che si spoglia dal ruolo di solo comico e si cala nei panni di un protagonista di un dramma contemporaneo che dimostra, ancora una volta, quanto il cinema italiano è più vivo che mai.

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