Dal 25 gennaio sarà in sala Dieci minuti, distribuito da Vision Distribution e con Barbara Ronchi, Margherita Buy, Fotinì Peluso, Alessandro Tedeschi, Anna Ferruzzo, Marcello Mazzarella, Mattia Geraci, Barbara Chichiarelli e Matteo Cecchi. Un film ben interpretato e quasi tutto al femminile dal momento che a scriverlo sono state Francesca Archibugi e Maria Sole Tognazzi, quest’ultima anche regista.
Bianca (Barbara Ronchi) è in piena crisi esistenziale e, per dare una svolta alla sua vita, decide di seguire il consiglio della psichiatra Brabanti (Margherita Buy): fare per dieci minuti al giorno qualcosa che non ha mai fatto e che non farebbe mai.
Il nuovo film della quarta figlia Ugo Tognazzi è gestito su più piani temporali ed è liberamente ispirato al romanzo scritto da Chiara Gamberale dal titolo Per dieci minuti (2013). La differenza principale tra le due opere risiede nel fatto che il personaggio di Jasmine Meola (Fotinì Peluso), che nel film interpreta la sorella della protagonista, nel libro è assente. Eppure, per quanto nel finale il rapporto tra le due sorelle avrebbe potuto essere gestito meglio, questa variazione si è rivelata vincente.
La schietta Jasmine rende il film più divertente senza però risultare una macchietta dato che anche lei, come tutti i personaggi (maschi compresi), ha delle fragilità. Ma i momenti più interessanti riguardano gli incontri tra Bianca e la sua psichiatra. Nello studio di quest’ultima c’è una sedia difettosa che sembra essere messa a posta come metodo di lavoro dalla Brabanti – infatti quella sedia è presente dall’inizio alla fine – per vedere la reazione di chi ci siede sopra. Margherita Buy, dopo essere aver interpretato magnificamente la depressa Camilla Landolfi in Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992), si cimenta ottimamente anche nel ruolo di analista sembrando una persona completamente opposta da quella vista nel cult di Carlo Verdone.
L’introspettivo e interessante Dieci minuti si concentra sulla rinascita, che se inizialmente riguarda solo Bianca poi lo sguardo viene rivolto anche ai personaggi di contorno, proprio perché anche la protagonista proverà a mettersi nei panni del prossimo. Una scelta registica che aumenta senz’altro l’empatia con la brava Barbara Ronchi, accompagnata dalle musiche di Andrea Farri che danno il giusto mood ai personaggi.