È stata una conferenza stampa tutta al femminile quella di Dieci minuti, tenutasi al cinema Barberini di Roma in data lunedì 22 gennaio 2024. Difatti, a rispondere alle domande dei giornalisti sono state Maria Sole Tognazzi (regista e sceneggiatrice), Francesca Archibugi (sceneggiatrice), Chiara Gamberale (autrice del libro Dieci minuti) e le attrici Barbara Ronchi, Margherita Buy e Fotinì Peluso.
La trama vede Bianca (Barbara Ronchi) in piena crisi esistenziale che, per dare una svolta alla propria vita, decide di seguire il consiglio della sua psichiatra (Margherita Buy): fare per dieci minuti al giorno qualcosa che non ha mai fatto e che non farebbe mai.
Inizia Maria Sole Tognazzi raccontando perché il romanzo di Chiara Gamberale poteva diventare un film: «Aveva all’interno delle caratteristiche che ci interessavano. Il libro, che è stato molto amato, aveva un’idea forte, che non era solo quella dei dieci minuti ma anche raccontare una donna che sceglie di ricominciare e che, attraverso la magia degli incontri e l’incontro con la sua psichiatra, le dà la possibilità di iniziare una nuova vita, di uscire da un dolore che ti porta a pensare solamente a te e iniziare piano piano ad avere uno sguardo allargato agli altri e di conseguenza a te stesso. La separazione e l’abbandono sono tematiche che abbiamo vissuto tutti e che sono state sempre molto al centro dei miei film, e quindi mi sembrava un’ottima occasione di collaborare con due donne che non conoscevo dal punto di vista professionale (Francesca Archibugi e Barbara Ronchi). A queste donne, poi, se ne sono aggiunte altre. Ecco perché “Dieci minuti” è un film al femminile».
Chiara Gamberale ha raccontato poi come ha accolto questa trasposizione del libro: «Con gioia e curiosità dall’inizio alla fine. Prima di pubblicare il mio libro mi sono resa conto di quanto fosse diverso dagli altri che ho scritto, visto che di solito nelle mie opere, avvicinandosi alla fine, le domande aumentavano e non c’erano risposte. Ma il mio 2012 è stato così terribile da farmi smarrire come la protagonista del film, tanto che anche io ho iniziato ad andare da una dottoressa. In quell’anno è finito il mio matrimonio e hanno chiuso un programma radiofonico per cui lavoravo da dieci anni, pertanto ero straziata dal dolore. Tuttavia, un giorno questa analista mi ha detto: ‘Adesso basta! Perché non cominci questo gioco in cui ogni giorno fai qualcosa che non hai mai fatto?’. Me lo ha detto come una battuta, ma, siccome la cosa che riesce a sciogliere i miei pensieri depressivi è la stranezza, o comunque qualcosa di simile alla follia, sono uscita dallo studio, sono andata a farmi mettere sulle mani lo smalto non nero come quello di Bianca ma fucsia, e ho cominciato questo gioco».
A chiudere la conferenza stampa è stata la stessa Gamberale «Abbiamo tre alternative davanti a un trauma: c’è chi trasforma quel trauma nel nostro pelouche andando avanti tutta la vita così. Poi c’è chi gira le spalle al trauma e quindi di sicuro si ritroverà presto nella stessa situazione, e per finire c’è chi, come la protagonista del film, pensa: fammi un po’ andare a vedere in che modo ho contribuito a portare la mia vita fino a questa crisi’. A volte il problema è qualcosa che si è rotto tanto tempo fa, e perciò bisogna ricostruire tornando laggiù, e non è sempre facile».
Il film sarà nelle sale da giovedì 25 gennaio distribuito da Vision Distribution.