Da un paio d’anni il mondo è vittima di un’ondata di mutazioni che stanno gradualmente trasformando alcuni esseri umani in animali. François (Roman Duris) fa di tutto per salvare la moglie colpita da questa malattia senza sapere che anche il figlio sedicenne Émile (Paul Kircher) è stato contagiato.
La seconda pellicola di Thomas Cailley, che ha aperto la sezione Un Certain Regard del 76° Festival di Cannes, pur durando più del dovuto vanta delle ottime interpretazioni di Paul Kircher e Roman Duris, i quali contribuiscono a rendere più intenso il rapporto tra padre e figlio. Ma non solo, The Animal Kingdom (Le règne animal è il titolo originale) sensorialmente fa impressione: il comparto visivo è notevole mentre il sonoro è da paura.
Ma se ci permettete una teoria, The Animal Kingdom potrebbe fungere da sequel del precedente lungometraggio del regista francese uscito 9 anni fa intitolato The Fighters – Addestramento di vita. Provate a pensarci bene: nel film del 2014 una ragazza meditabonda e aggressiva di nome Madeleine (interpretata dalla brava Adèle Haenel) si iscrive a un corso estivo nell’Esercito perché è convinta che la fine del mondo sia vicina. Nel finale scoppia un incendio nella foresta dopo che Madeleine mangia della carne – probabilmente andata male – che la lascia priva di sensi. La ragazza riesce a sopravvivere per miracolo e decide insieme al suo ragazzo di prepararsi ancora meglio a una possibile fine del mondo nel futuro.
Perciò è lecito domandarsi: e se il virus di The Animal Kingdom di cui non si sa la vera causa fosse stato scatenato da Madeleine per quella carne che ha ingerito (in questo modo, tra l’altro, il possibile messaggio animalista o ambientalista del regista francese avrebbe più forza in The Animal Kingdom)? o se quell’incendio nel finale non fosse stato solo un semplice incendio ma qualcos’altro che nell’aria circola come un batterio? d’altronde le atmosfere forestali delle due pellicole sono molto simili ed entrambe le opere fanno riferimento a un’apocalisse che va affrontata con la solidarietà nei confronti del prossimo.
Tutto questo discorso rimane ovviamente un’ipotesi ma non fa altro che ribadire quanto sia buono e promettente il materiale di partenza del film con Roman Duris e quanto sia più fondamentale del previsto aver visto The Fighters – Addestramento di vita: vedendolo potreste apprezzare meglio The Animal Kingdom perché capireste la formazione poetica del regista classe 1980, e forse, potreste entrare dentro la sua saga postapocalittica… anche se ancora non lo sappiamo.