Intervista a Corrado Abbati. Il Comunale di Ferrara saluta il 2022 con l’operetta di Strauss ‘Il Pipistrello’

29 Dicembre 2022

Per festeggiare la fine dell’anno al ritmo travolgente dei valzer viennesi e del divertimento, il Teatro Comunale di Ferrara ha in programma venerdì 30 (ore 20) e sabato 31 dicembre (ore 16) Il Pipistrello, la più celebre operetta di Johann Strauss figlio portata in scena dalla Compagnia Corrado Abbati. Rappresentata per la prima volta a Vienna nel 1874, l’operetta Il Pipistrello, composta da Strauss su libretto di Carl Haffner e Richard Genée, è una spassosa commedia articolata tra equivoci, inganni, scherzi e travestimenti nella briosa cornice di una festa ambientata proprio l’ultimo dell’anno.

Abbiamo intervistato Corrado Abbati, direttore della Compagnia Corrado Abbati, per parlare di questa nuova e brillante produzione della Fondazione Teatro Comunale, di cui egli firma regia e drammaturgia, in collaborazione con InScena produzione spettacoli. La travolgente musica di Strauss jr., con i suoi celebri valzer viennesi, sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra Città di Ferrara, con maestro concertatore e direttore Marco Fiorini. Il cast vocale è composto da Alessandro Fantoni (Gabriel von Eisenstein), Scilla Cristiano (Rosalinde, sua moglie), Francesco Bossi (Dottor Falke, il notaio), Camilla Antonini (Principe Orlofsky), Jesús Piňeiro (Alfred, maestro di canto), Tania Bussi (Adele, cameriera di Rosalinde), Maurizio Leoni (Frank, direttore della prigione), Marcandrea Mingioni (Dottor Blind, l’avvocato), Alessio Cioni (Frosch, il carceriere) e Isabella Gilli (Ida, la ballerina). Coinvolto nelle danze spumeggianti della festa è anche il Balletto di Parma con le coreografie a cura di Francesco Frola  e l’allestimento scenico di Inscena Art Design.

Maestro Abbati, perché Il pipistrello è ancora attuale?

Il pipistrello è un’operetta sempre attuale soprattutto per la sua musica. Ha una musica ‘sempreverde’, è la cosa più attuale che appartiene a questo spettacolo. Se ancora oggi a Vienna a Capodanno suonano Strauss ed è così apprezzato in tutto il mondo vuol dire che queste musiche sono ancora moderne e questo è meraviglioso perché mette in luce come l’aspetto musicale sia ancora molto importante nel teatro d’opera e operetta. In secondo luogo, resta attuale l’aspetto della commedia dell’equivoco e dello scherzo, il senso dell’operetta in sé. 

Cosa rivive dei personaggi nella nostra contemporaneità?

Strauss, così come aveva fatto Verdi con La Traviata, aveva messo in scena personaggi del suo tempo prendendo in giro la borghesia dell’epoca. E ancora oggi Il Pipistrello sarà rappresentato in vesti elegantissime ma dei giorni nostri, nel senso che permarranno i prototipi e i personaggi originari perché ancora oggi esistono i tradimenti coniugali, gli equivoci, gli scherzi e tutto ciò che resta legato ad un teatro ‘leggero’ la cui conditio sine qua non resta sempre un piacevole lieto fine. Ovviamente il testo è stato riadattato perché da allora a oggi era necessario un adattamento ‘perché la gente continui a capire’ (per citare Scarpetta).

Questo teatro ‘leggero’ unito alla commedia dell’equivoco come viene inquadrato dal suo occhio regista? 

La commedia si svolge la sera dell’ultimo dell’anno. Ho voluto dare l’idea di una festa in cui si gioca, si scherza e si sta tutti insieme. L’orchestra sarà in scena proprio per simboleggiare che la festa appartiene anche al pubblico che viene invitato a partecipare ai festeggiamenti, battendo le mani, accogliendo gli artisti che scendono dal palco e si mescolano in platea attuando un vero e proprio sfondamento della quarta parete.

Il pipistrello incarna lo spirito mondano dell’operetta viennese e non può che tradursi nella forma musicale di un valzer spumeggiante. Ci può dare qualche chicca a livello musicale e coreografico? 

La regia è scandita dalla musica, dal valzer, dalle polke e da tutte quelle musiche caratteristiche che guidano anche la danza con le coreografie realizzate dal coreografo Francesco Frola e interpretate dai danzatori del Balletto di Parma. Ne deriva uno stile coreografico che strizza l’occhio alle danze di carattere e che spazia tra danze spagnole, polke e ciarde.

Perché ancora l’operetta?

Perché è uno spettacolo vero, che appassiona tutti, grandi e piccini, a prescindere dall’età, fatto di musica, canto, danza e commedia brillante. Un’insieme di cose che regalano una piacevolezza intramontabile.

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