Tra neve e sangue. Majakovskij secondo Lanera

17 Gennaio 2023

All’indomani dell’attribuzione dell’UBU per il suo lavoro Con la carabina, abbiamo visto a Palermo I sentimenti del maiale, nell’ambito della rassegna Quinte(S)senza. La decennale manifestazione si tiene nello storico locale I Candelai, nel centro popolare di Palermo. L’intento dei curatori, Roberto Cammarata e Giuseppe Cutino, è quello di offrire una proposta che tenga insieme le fila di teatro e musica, promuovendo una cultura underground che certo ha caratterizzato la scena cittadina nei decenni passati, ma che adesso si è notevolmente ridimensionata all’aumentare della distanza dalla “primavera di Palermo”, consumatasi tra gli anni Novanta e i primi Duemila. Un esperimento interessante, al quale la performance di Lanera e Danilo Giuva, con le sue sonorità rock, si è prestata in pieno.

I sentimenti del maiale è il terzo atto di Guarda come nevica, trilogia di Lanera dedicata alla letteratura russa. Dopo Cuore di cane, omaggio a Bulgakov, e Il gabbiano cechoviano, Lanera approda in questo ultimo atto a Vladimir Majakoskij. Sulla scena la neve si è ormai depositata, compatta. La carcassa di un maiale pende dall’alto, come nella cella frigorifera di una macelleria. È una visione cruda, cruda nel vero senso della parola: il palco è un impasto bianco e rosso di sangue. Il maledettismo di Majakovskij diviene, per Lanera e Danilo Giuva, il pretesto di una riflessione ruvida, graffiata, sul tempo che passa inesorabile. Scomparire a ventisette anni, come è accaduto a molte anime di artisti dannati, è la garanzia di una bella morte che salva dalla vecchiaia, dalla dimenticanza, e conserva immutabili esperienze vissute nel pieno del loro acme. Per tutti gli altri e le altre, per chi trascorre questa soglia, rimane il confronto problematico con una giovinezza sempre più odiata, invidiata nella sua sensuale, fresca transitorietà. Questa consapevolezza si insinua amara tra le prove dello spettacolo, che gli interpreti affrontano sulla scena, in una sovrapposizione continua di brevi speranze e più duraturi disvelamenti.

Lanera e Giuva sulla scena partono da sé, dal proprio vissuto di artisti e persone, misurato sulla base della distanza e della vicinanza rispetto ai suicidi illustri rievocati dalla band alle loro spalle. Le musiche, eseguite dal vivo, di Ian Curtis, dei Joy Division, si susseguono in una playlist aggressiva, ma nostalgica nonostante la prepotenza con la quale invadono l’ambiente industriale della sala. Un’esperienza, quella di Quintes(s)enza, che meriterebbe senz’altro di replicarsi: come spesso accade al sud, anche a Palermo la vita culturale tende infatti a polarizzarsi attorno alle istituzioni più consolidate, talvolta perdendo di vista quanto di interessante può venire dalle spinte centrifughe.

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