“Mi sono scordata”, un terapeutico incontro tra musica e teatro

27 Marzo 2023

Cosa succede quando un cinico, scorbutico, frustrato, ipocondriaco scrittore di romanzi ‘da donna’ (Giorgio Latini), bloccato in un limbo esistenziale in attesa dell’ispirazione che finalmente lo porterà a scrivere il libro della sua vita, accoglie in casa una propositiva, solare e spigliata donna (Ottavia Bianchi) per aiutarla a riacquistare i ricordi di una vita che sembra aver dimenticato?

La risposta è una delicata, rocambolesca, messinscena dai toni allegri, a tratti malinconici, Mi sono scordata, con la regia dell’interprete Giorgio Latini, riportata in scena all’Altrove Teatro Studio, in occasione dell’uscita del secondo album della cantautrice-attrice protagonista, Ottavia Bianchi, scrittrice dello spettacolo stesso.

L’occhio dello spettatore entra, in medias res, nel buio salotto di Dario, accolto da un amaro monologo dello scrittore sulla sua infanzia povera d’affetto, spostandosi, a luce accese, sull’energia di Amanda, che di giorno dorme, e di notte, inconsapevolmente, ride, piange, ma soprattutto si lascia andare in esibizioni canore. Il canto D’Amanda è freudianamente una scarica d’energia che Dario ha l’intuizione di usare come canale d’accesso alla scatola della memoria persa dalla donna; una sorta di terapia messa in atto dal protagonista con l’aiuto del musicista Sergio (Giacomo Ronconi), suo amico, che di notte si intrufola in casa e accompagna la voce della smemorata con le note della chitarra.

Da sempre la musica tocca punti della mente, scientificamente ancora sconosciuti, è la misteriosa porta d’accesso alle nostre zone d’ombra; lei controlla i nostri stati d’animo e noi la sfruttiamo, negli ultimi anni, con intenti soprattutto commerciali e qualunquisti, perché è la leggerezza, la mente sgombra, attualmente il bisogno primario dell’uomo industrializzato; ma commercialità può non essere sinonimo di superficialità, e ne sono dimostrazione le canzoni della Bianchi, rubriche di contorno dei blocchi narrativi e anteprime del neo-album: fantasiose, vivaci e romantiche,  musicalmente evocatrici della spensieratezza assaporata nei giorni di festa e nelle sere d’estate, stilisticamente veste perfetta  per la genuinità e la freschezza dell’attrice.

È la musica ad armonizzare le note di contrasto dei due poli opposti, a far scorrere fluida la vicenda raccontata, trasformando il solo ambiente scenografico, il circoscritto salotto di Dario, in un campo di guerra sentimentale dove i due protagonisti si liberano dei personali freni caratteriali, per finalmente proseguire insieme, in equilibrio, il viaggio nelle infinite contraddizioni del pentagramma delle relazioni interpersonali quotidiane.

Un atto unico in cui la tristezza e l’amarezza dell’insoddisfazione esistenziale si tramutano in leggerezza e positività; e ‘vivere’ si conferma come prima fonte d’ispirazione artistica.

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