Paesaggi precari. Marilina Marchica

18 Luglio 2023

Si è conclusa in questi giorni Lo spazio fragile, personale dell’artista Marilina Marchica, per la curatela di Cristina Costanzo, presso la FAM Gallery di Agrigento. Un approfondimento sul tema del paesaggio, già caro a Marchica, che rifiuta la possibilità di essere inquadrato entro i limiti della consueta pittura di genere. Queste vedute delineano piuttosto una geografia esistenziale, un’orografia la cui anima è nella meditazione, in un respiro diffuso e rarefatto. Fragile è lo spazio destinato alla degradazione, al mutamento, all’azione dell’uomo e degli agenti atmosferici: la sua rappresentazione non è non può presentarsi come immagine statica, ma come frame di uno sviluppo creativo che ricalca l’avanzare e l’azione del tempo. Si tratta di un esito il cui senso è nel processo, non nella sola visione che si offre allo sguardo.

La pratica di Marchica prevede il ricorso all’ossido minerale, lasciato libero di lasciare, scolando sul supporto cartaceo verticale, la propria impronta. Allo stesso tempo, l’allestimento ospita interventi su su tela, su cui si imprimono resti di carta da parati e tracce di intonaco, o di ringhiere, ottenute per frottage. Il residuo dell’antropizzazione viene accolto come fossile, portato alla luce da un’operazione di sapore quasi archeologico. Orizzonte naturale e intervento umano si perdono l’uno nell’altro, coincidendo nella condivisione di una comune stratificazione della memora: il fuori e il dentro, la casa e l’ambiente, la soglia e l’assenza del limite sono ugualmente uniformati dall’incedere di una trasformazione che smussa i confini tra le cose.

L’aleatorietà dell’atto creativo non inficia la precisione quasi grafica dell’opera finale, così imprevedibilmente dettagliata da sembrare fotografica. Lo scolare del pigmento si dispone secondo nervature calligrafiche, in grado di creare paesaggi coerenti, valli e alture. Sulla carta, materiale precario per eccellenza, si svolgono le fasi di una poetica ecologia del segno.

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