Winnie the Pooh: Sangue e miele è malriuscito

2 Novembre 2023

A ridosso di Halloween, Prime Video dal 27 ottobre ha distribuito il deludente Winnie the Pooh: Sangue e miele, scritto, diretto, prodotto e montato da Rhys Frake-Waterfield (il suo primo film prodotto insieme alla sua azienda) e ispirato ai libri di Winnie the Pooh di A. A. Milne ed E. H. Shepard.

Nel bosco dei 100 acri il bambino Christopher Robin fa amicizia con le creature antropomorfe Winnie the Pooh, Pimpi, Tappo, Uffa e Ih-Oh. Diventato ormai adulto, Christopher decide di andare in un college per diventare un dottore, lasciando i suoi amici. Rimasti senza cibo nel bel mezzo di un inverno gelido, il gruppo guidato da Pooh divora Ih-Oh. Questo gesto ha traumatizzato tali creature al punto da farle sviluppare un odio profondo per Christopher Robin e per tutta l’umanità, giurando di tornare ai loro istinti animali e di non parlare mai più. Cinque anni dopo, Christopher (Nikolai Leon) va a trovare i suoi vecchi amici per presentarli sua moglie Mary (Paula Coiz), ma gli assassini non sono affatto felici di rivederlo tanto da uccidere sua moglie davanti a lui. Successivamente, le studentesse universitarie Maria (Maria Tylor), Jessica (Natasha Rose Mills), Zoe (Danielle Ronald), Alice (Amber Doig-Thorne), Lara (Natasha Tosini) e Tina (May Kelly) affittano una casa nel bosco dei 100 acri senza sapere che lì dovranno fare i conti con gli assetati di sangue Pooh (Craig David Dowsett) e Pimpi (Chris Cordell).

Winnie the Pooh: Sangue e miele, per quanto sia malriuscito, è perfettamente coerente con le tendenze contemporanee ed è giustamente categorizzabile come vero e proprio slasher movie. Tra le ambientazioni e il trauma dei killer, il film ricorda a tratti la saga di Non aprite quella porta e di Venerdì 13. Il sottogenere horror, che ha come capostipite Halloween – La notte delle streghe (di John Carpenter, 1978), vive proprio di alcune caratteristiche che si riscontrano anche in Winnie the Pooh: Sangue e miele. Innanzitutto, i personaggi vivono un trauma con cui dovranno confrontarsi e qui, a essere stati traumatizzati, sono: Christopher Robin per aver abbandonato i suoi vecchi amici, Maria perché ha vissuto un’esperienza di stalking tanto da affittare sotto consiglio della sua analista una casa al bosco dei 100 acri, e infine Pooh e Pimpi per via dell’omicidio di Ih-Oh e per via dall’abbandono del loro vecchio amico umano.

Winnie the Pooh: Sangue e miele, una scena del film

In secondo luogo, Winnie & Co appartiene all’archetipo della fiaba tra quelli presentati dallo slasher (fiaba, miti e sogni). Poi c’è un serial killer (in questo caso due) dal volto deforme e quasi invincibile che ammazza i giovani con delle armi da taglio. Il killer compie i suoi gesti in un luogo delimitato da cui sembra impossibile fuggire. Questo luogo – il bosco dei 100 acri nel film – secondo qualcuno (molto spesso un possibile matto) non dev’essere visitato perché è pericoloso e, i titoli di testa di Winnie the Pooh: Sangue e miele, giocano proprio su queste avvertenze. Infine, probabilmente Maria funge da final girl, cioè colei che inizia la storia con delle grosse difficoltà ma poi riesce a sopravvivere fino a fine film agli omicidi. Tuttavia, manca uno degli ingredienti principali che accomuna sostanzialmente tutti gli slasher: il sesso praticato dai giovani che vengono puniti con la morte da parte del killer.

Il motivo per cui la pellicola non funziona, pur non snaturando particolarmente il genere che lo etichetta, è che oltre l’idea suggestiva fallisce in ogni suo tentativo. La recitazione di ogni componente del cast è più spaventosa del film stesso, la fotografia è talmente buia da mostrare solo il 40% del suo potenziale, i personaggi sono troppo imbambolati e cadono dalle nuvole (non è un possibile pazzoide che invita i giovani a non recarsi al bosco dei 100 acri, ma sono i giornalisti e i politici ad avvertirli, il che rende tutte queste ragazze delle persone prive di cervello dal momento che non si fanno delle domande sul luogo dove stanno per entrare), infine il rapporto tra Robin e Pooh poteva essere sviluppato molto meglio viste le basi di partenza. In conclusione, Winnie the Pooh: Sangue e miele, con un budget inferiore a 100 000 dollari, è talmente malriuscito da essere più adatto a un film Fan Made. Tuttavia, il prodotto audiovisivo pur avendo il 3% di punteggio su Rotten Tomatoes avrà il proprio sequel nel 2024.

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Jacky Debach

Isac Jacky Debach nasce a Roma il 30 gennaio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Comunicazione pubblica e d'impresa presso La Sapienza, la laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale presso l'Università degli Studi Roma Tre (DAMS) e il diploma di Master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Ha lavorato come redattore per Cosanepensate.it, come account commerciale per la ME Production SRL e ha collaborato con Madmass.it, Metropolitan Magazine.it e Recensito. Attualmente gestisce la pagina social Cinefusi.it e lavora come social media manager. Amante del cinema, della musica, della serialità televisiva e del calcio.

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