Non è facile discutere di Bottoms perché la sceneggiatrice e regista canadese di religione ebraica Emma Seligman, al suo secondo lungometraggio dopo Shiva Baby (2020), ha realizzato un’opera su cui si possono fare tantissime considerazioni e dibattiti. Proprio come la sua precedente opera cinematografica, a essere la protagonista è Rachel Sennott, qui nelle vesti anche di sceneggiatrice e produttrice esecutiva. Bottoms, presentato in anteprima al South by Southwest e attualmente disponibile su Prime Video, è una delle commedie più bizzarre del 2023.
PJ (Rachel Sennott) e Josie (Ayo Edebiri) sono due amiche vergini e impopolari al liceo Rockbridge Falls High School essendo queer. Accidentalmente le due infortunano Jeff (Nicholas Galitzine), la star quaterback della squadra di football, misfatto che le porta a essere ancora più emarginate. PJ e Josie, innamorate rispettivamente delle cheerleader Brittany (Kaia Gerber) e Isabel (Havana Rose Liu), si fanno forza ideando una balla gigantesca: si inventano di aver trascorso l’estate in un centro di detenzione minorile per apparire più cool. Con la speranza di fare colpo su Brittany e Isabel, le due amiche organizzano un club femminista di autodifesa con la loro amica Hazel (Ruby Cruz) e il professore Mr. G (Marshawn Lynch).
Oltre alla solitudine, fin dalla trama entra in gioco il focus centrale del film: il femminismo. Probabilmente, e a questo bisogna dargliene atto vista anche la giovane età della regista (ben 28 anni!), la nostra Emma Seligman si è messa a nudo vista la sua omosessualità. Il femminismo di Bottoms è rappresentato proprio da femmine più mascoline dei maschi stessi (tutt’altro che virili): le femmine creano un fight club, menano, portano in braccio giocatori di football e non soccombono alle difficoltà. Bottoms evidenzia perciò una versione alternativa del femminismo e, non a caso, tra i produttori figura anche Elizabeth Banks, regista di Charlie’s Angels (2019).
Servendosi dei classici stereotipi americani come presentare queer impopolari, cheerleader snob e giocatori di football senza cervello, Seligman inserisce una componente splatter che lo differenzia da tante altre teen comedy. Una mossa audace e accattivante anche se non del tutto convincente visto che è talmente anacronistico da rendere impossibile l’immedesimazione da parte del pubblico. Vedere ad esempio degli studenti malmenarsi davanti agli occhi dei professori, che se ne stanno fermi a guardare il massacro, va troppo oltre la sospensione dell’incredulità. Per non parlare del finale davvero illogico e privo di mordente per quanto possa essere particolare. I dialoghi a loro volta sono troppo pieni e veloci, come se i personaggi cercassero di dire tanto senza approfondire tutti gli aspetti. Inoltre, la componente comica non brilla, ma anzi, il film funziona meglio nei momenti più drammatici.
Tuttavia, a livello recitativo funziona (la più convincente è Rachel Sennott) e le musiche punk rock di Charli XCX e Leo Birenberg – senza dimenticare il brano Complicated di Avril Lavigne – sono comunque efficaci. A conti fatti non è un film che passa inosservato, ma purtroppo pecca proprio nel suo spirito eccessivamente grottesco e poco credibile. Bottoms lascia qualcosa su cui riflettere agli spettatori dopo averlo visto perché ha molto coraggio ma anche troppa libertà, diventando perciò inconsueto… nel bene e nel male.