20.000 specie di api: monotono e pretestuoso

6 Dicembre 2023

Dopo alcuni pluripremiati corti e documentari, la madrilena Estibaliz Urresola Solaguren debutta alla regia di un lungometraggio con 20.000 specie di api, presentato alla 73ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. La protagonista è la piccola Sofía Otero (ben dieci anni), che è stata la persona più giovane a vincere l’Orso d’argento per la miglior interpretazione da protagonista.

Lucia (Sofía Otero) è una bambina che non si riconosce nelle aspettative di chi ha intorno e nel suo nome di battesimo, Aitor (anche se viene chiamata Cocò), poiché è nata in un corpo maschile. Finita la scuola, sua madre Ane (Patricia López Arnaiz) porta i suoi tre figli nella casa materna, dove la nonna Lita (Itziar Lazkano) e la zia Lourdes (Ane Gabarain) si mantengono grazie all’apicoltura e alla produzione di miele. La madre capisce il disagio della figlia e cerca di lasciarla libera, mentre Lita non è d’accordo nonostante sia molto affezionata alla bambina. I diversi nomi con cui viene chiamata Lucia (Aitor e Cocò) aumentano il suo malessere ma l’estate sarà l’occasione giusta per fare i conti con le proprie paure e i propri dubbi.

“20.000 specie di api”, una scena del film

20.000 specie di api ricorda le due pellicole del regista belga Lukas Dhont, che con Girl (2018) e Close (2022) ha esplorato le stesse tematiche esistenziali messe in gioco da Estibaliz Urresola Solaguren: la sessualità, l’implosione, l’accettazione dell’io e l’ansia sociale. Ma le opere di Lukas Dhont sono realizzate decisamente meglio di 20.000 specie di api dato che l’eccessiva contemplazione non lo rende vertiginoso per tutti i 125 minuti.

Il film spagnolo è sorretto esclusivamente dalle buone interpretazioni del cast (dove spicca in particolar modo Sofía Otero) perché per il resto appare troppo delicato, piatto, monotono, imploso, trattenuto ed esageratamente simbolico. La stessa simbologia usata per delineare le api come l’alveare, perciò come famiglie, è solamente un pretesto che non serviva neanche. Tutti aspetti che rendono 20.000 specie di api troppo poco interessante e facilmente dimenticabile.

20.000 specie di api sarà nelle sale italiane dal 14 dicembre distribuito I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

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Jacky Debach

Isac Jacky Debach nasce a Roma il 30 gennaio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Comunicazione pubblica e d'impresa presso La Sapienza, la laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale presso l'Università degli Studi Roma Tre (DAMS) e il diploma di Master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Ha lavorato come redattore per Cosanepensate.it, come account commerciale per la ME Production SRL e ha collaborato con Madmass.it, Metropolitan Magazine.it e Recensito. Attualmente gestisce la pagina social Cinefusi.it e lavora come social media manager. Amante del cinema, della musica, della serialità televisiva e del calcio.

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