Family Switch: la recensione

13 Dicembre 2023

Nel periodo in cui sono iniziate le riprese del sequel di Quel pazzo venerdì, ecco che Netflix distribuisce una commedia natalizia molto analoga al film di Mark Waters dal titolo Family Switch, tratto dal libro Bedtime For Mommy di Amy Krouse-Rosenthal. Nel film uscito nel 2003 la teenager Lindsay Lohan e sua madre single Jamie Lee Curtis finiscono ciascuna nel corpo dell’altra, proprio come succede sostanzialmente nella pellicola del 2023.

Al centro del racconto c’è la famiglia Walker, composta da mamma, papà, i due figli adolescenti, il neonato nuovo arrivato e il cagnolino Pickles. La famiglia però è troppo disunita dato che ognuno pensa ai fatti suoi: Bill (Ed Helms, Stuart di Una notte da leoni) è un insegnante di musica che potrebbe suonare al concerto scolastico con la propria band datata Dad or Alive, sua moglie Jess (Jennifer Garner, Sydney di Alias) deve fare una presentazione allo studio di architettura dove lavora che le permetterebbe di diventare socia, la loro figlia Sissy (Emma Myers, Enid di Mercoledì) ha una partita di calcio molto importante poiché supervisionata da uno scout, e l’altro figlio Wyatt (Brady Noon, Thor di Good Boys – Quei cattivi ragazzi) ha un colloquio preliminare per entrare in anticipo a Yale. Quando però un’astrologa interpretata da Rita Moreno (Anita di West Side Story, 1961) si offre di far loro una foto di famiglia, i Walker si risvegliano la mattina successiva ritrovandosi nel corpo di un altro componente del nucleo: figlio maschio con padre, figlia femmina con madre, e il neonato con il cane. Con il Natale alle porte la famiglia dovrà unirsi, forse per la prima volta, per gestire questo imprevisto.

“Family Switch”: una scena del film

A dirigere Family Switch è McG, pseudonimo di Joseph McGinty Nichol, ormai regista fidato di Netflix dopo The Babysitter (2017) e il rispettivo sequel The Babysitter – Killer Queen (2020). Il regista statunitense è cresciuto professionalmente con i videoclip musicali e questo lo si nota in diverse sue opere, come ad esempio i due capitoli dei primissimi anni duemila di Charlie’s Angels. Ma anche in Family Switch alcuni spezzoni sembrano dei video musicali, specialmente i momenti che vedono sia il padre che il figlio superare la propria prova.  

Family Switch non è un brutto film, il messaggio di unione e incomunicabilità trapassa senza grossi intoppi, lo spirito natalizio non viene lasciato per strada, le interpretazioni sono buone (si nota quanto si sia divertito il cast) e qualche sequenza è divertente (come il momento in cui Sissy, nel corpo di sua madre, è obbligata a presentare il progetto allo studio di architettura), ma l’impressione è che rimanga solo come opera di passaggio senza grandi motivi per cui ricordarlo. Non esiste in realtà un aspetto specifico in Family Switch che rimanga impresso se non il bacio tra fratelli solo perché è finito sotto accusa da molti spettatori.

In alcune parti, inoltre, il film si attorciglia fin troppo dilungandosi inutilmente – specialmente nel prefinale – peggiorando così di ritmo, al contrario invece di Quel pazzo venerdì che è davvero divertente ed efficace dall’inizio alla fine. Family Switch, dunque, non è da scartare a priori ma una visione basta e avanza, e forse l’idea di partenza era proprio questa.  

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Jacky Debach

Isac Jacky Debach nasce a Roma il 30 gennaio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Comunicazione pubblica e d'impresa presso La Sapienza, la laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale presso l'Università degli Studi Roma Tre (DAMS) e il diploma di Master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Ha lavorato come redattore per Cosanepensate.it, come account commerciale per la ME Production SRL e ha collaborato con Madmass.it, Metropolitan Magazine.it e Recensito. Attualmente gestisce la pagina social Cinefusi.it e lavora come social media manager. Amante del cinema, della musica, della serialità televisiva e del calcio.

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