Sei fratelli: la famiglia non si sceglie, ma gli occhi con cui la vedi sì

24 Aprile 2024

«Siamo nel mondo reale e bisogna sapersi accontentare».

Così cita Manfredi Alicante (Gioele Dix) nel finale di Sei fratelli, niente meno che il quarto lungometraggio del regista romano Simone Godano (noto per Marilyn ha gli occhi neri) che ha scritto la sceneggiatura insieme a Luca Infascelli (sceneggiatore di Scusa ma ti chiamo amore).

Un finale dolceamaro, ma sincero ed esaustivo perché saper cogliere anche i piccolissimi miglioramenti di un rapporto può cambiare una prospettiva. Facciamo un passo indietro: quando muore Manfredi Alicante, i suoi cinque figli (Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Claire Roman e Louis Emile Galey) si riuniscono per leggere il suo testamento nella sua grande casa di Bordeaux in Francia. Qui scoprono però di avere una sesta sorella (Valentina Bellè), la quale finirà nel bel mezzo dei conflitti e dissapori che hanno tenuto lontani i fratelli in tutti questi anni.

Sei fratelli è un’opera irrequieta alla Gabriele Muccino, fortunatamente però più moderata. La regia di Godano, che segue con la macchina a mano i protagonisti, è ben dosata e la fotografia dall’impronta francese firmata Guillaume Deffontaines dà il giusto mood al film. Un prodotto corale contraddistinto dalle buone interpretazioni del cast (Adriano Giannini spicca su tutti), dove anche la voce calda narrante di Gioele Dix non stona affatto, ma anzi addolcisce la storia. Tra l’altro, il casting ha svolto un lavoro molto intelligente dal momento che Gioele Dix, Adriano Giannini e Riccardo Scamarcio in qualche modo si assomigliano.

“Sei fratelli”: una scena del film (credit: Lorenzo Pesce)

Essendo così corale alcuni personaggi sono più analizzati di altri ma nessuno viene mai lasciato solo da Godano. Ognuno ha il suo carattere o i suoi tic, come Guido (Adriano Giannini) che spizzica qualche verdura in compagnia, o Mattia (Louis Emile Galey) che rimane chiuso in sé stesso, o la stressata Claire (forse la meno analizzata tra tutti i fratelli) che fuma costantemente.

L’infelicità dei fratelli ha origine da un padre che è stato totalmente imperfetto. Tuttavia, se alla fine puoi cambiare parere su un fratello magari riesci anche a farlo su chi ti ha messo al mondo, per quanto rimanga comunque il grande colpevole di tutti questi dissapori. L’insegnamento che impartisce Sei fratelli è proprio che la famiglia non la puoi scegliere ma puoi decidere con che occhi vederla senza dare per scontato che la tua visione resti uguale a prima.

Come è stato detto precedentemente, saper cogliere anche i piccolissimi miglioramenti di un rapporto può cambiare anche in minima parte prospettiva. Quello che compiono i fratelli è perciò un vero e proprio viaggio alla riscoperta di sé stessi, dove per essere completi dovranno necessariamente fare i conti con il proprio passato abbattendo i pregiudizi.

Un film interessante che ha purtroppo il difetto di un montaggio non perfetto (non tutti gli accordi sono eseguiti egregiamente) e di una svolta narrativa inerente a una registrazione lasciata da Manfredi ai figli che lascia un senso di forzatura agli eventi precedenti. Sei fratelli esce il 1° maggio al cinema distribuito da 01 Distribution e, pur non trattandosi di un film imperdibile, la visione non farà male a nessuno perché in un modo o nell’altro non lascia indifferenti.

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Jacky Debach

Isac Jacky Debach nasce a Roma il 30 gennaio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Comunicazione pubblica e d'impresa presso La Sapienza, la laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale presso l'Università degli Studi Roma Tre (DAMS) e il diploma di Master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Ha lavorato come redattore per Cosanepensate.it, come account commerciale per la ME Production SRL e ha collaborato con Madmass.it, Metropolitan Magazine.it e Recensito. Attualmente gestisce la pagina social Cinefusi.it e lavora come social media manager. Amante del cinema, della musica, della serialità televisiva e del calcio.

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