Il mio posto è qui: uno sguardo dietro le quinte

13 Maggio 2024

È uscito il 9 maggio Il mio posto è qui di Daniela Porto e Cristiano Bortone con Ludovica Martino e Marco Leonardi. La nostra recensione del film la trovate qui.

Qualche settimana fa i due registi e gli attori hanno presentato l’opera alla stampa romana. In questa occasione abbiamo avuto modo di scoprire di più sul film, sui personaggi, sulla scelta degli attori e sull’esperienza nella sua interezza.

Un film in cui i due registi hanno messo se stessi e in cui credono davvero. E con Daniela Porto e Cristiano Bortone abbiamo preso parte a una conferenza dove, in un clima rilassato e divertente, hanno rilasciato aneddoti e dietro le quinte del film.

Cristiano Bortone, Daniela Porto e Ludovica Martino. Courtesy of Adler Entertainment

In primis Daniela Porto ha spiegato come l’idea per il suo libro sia nata da un racconto che le ha fatto la madre riguardo un uomo omosessuale nel suo paesino in Calabria che a fine anni ’40, nonostante fosse egli stesso emarginato e discriminato, era comunque più libero delle donne. La Porto ha poi affermato: «Questo piccolo punto è stato un pretesto per far nascere tutta un’altra storia e quindi mi sono immaginata cosa sarebbe successo se si fossero incontrati due emarginati, in questo caso una ragazza madre e un omosessuale, in un paesino calabrese del ‘46».

I due hanno poi parlato delle sfide più difficili nel girare e Bortone ha affermato:

«In questo caso alcune delle sfide erano in primis riuscire a riportare la sensibilità del romanzo di Daniela, che, come in ogni adattamento, vive della differenza di lunghezza, in un romanzo di 200 pagine ti puoi dilungare su tantissimi dettagli invece in un film lungo due ore devi fare per forza dei sacrifici. Perché lei è riuscita a dare questo sguardo veramente femminile, anche nei piccoli dettagli. È riuscita a regalare tocchi di grande poesia. La seconda sfida è stata il personaggio di Lorenzo e come descrivere sullo schermo la figura di questo omosessuale, noi abbiamo cercato di evitare la macchietta che spesso si vede sugli schermi, che nel nostro caso non solo ci sembrava sciocco ma anche anacronistico, poiché se uno fosse stato troppo visibile in quegli anni lo avrebbero mandato nei campi di concentramento e ci siamo ispirati al personaggio di Mastroianni in “Una Giornata Particolare” (Ettore Scola – 1977). Un’altra sfida è stata come descrivere l’Italia del meridione alla fine degli anni ’40. Abbiamo cercato di evitare in tutti i modi una visione più edulcorata, romantica e poetica di questo meridione, perché non era così, era un luogo veramente devastato».

Marco Leonardi in una scena del film. Photo by: Angrisano. Courtesy of Adler Entertainment

Un film in cui i registi trasmettono emozioni e in cui hanno messo più impegno possibile, ricercando storie del passato, documentandosi su come vivevano in quegli anni nei paesini calabresi, per rendere tutto più realistico e il risultato è stato un successo. Porto e Bortone hanno anche ragionato su quanto piaccia loro il fatto che i caratteri dei personaggi non sono bianco e nero, è tutto sfumato non c’è giusto e sbagliato. Pensiamo a Marta che vuole cambiare, vuole essere indipendente ma si pone delle domande, si chiede se sta facendo la cosa giusta perché comunque è cresciuta in quel mondo ed è abituata a quel tipo di vita.

Il mio posto è qui è un film che tratta un tema importantissimo e vuole arrivare a un pubblico più ampio e a riguardo Cristiano Bortone ha affermato: «Abbiamo cercato anche di raccontare un film che sia guardabile da un pubblico, non è un film sperimentale, è un film narrativo. Per portare al grande pubblico queste tematiche è importante fare delle storie che siano emozionanti, appassionanti, che ti toccano nel cuore. Questa è la mia misura».

Un’esperienza che è stata sicuramente bellissima. Daniela Porto ha affermato: «Devo dire la verità è stato un set meraviglioso perché, intanto, tutta la troupe ha sposato a cuore aperto il progetto. Gli attori non ne parliamo; Marco quando ha letto il copione ha chiamato Cristiano dicendogli “è da una vita che aspetto di fare un ruolo come questo”. Per Ludovica invece, dato che per un’attrice italiana è difficile trovare un bel ruolo femminile da protagonista e non la moglie di, la sorella di, l’amante di, è stata un’opportunità bellissima dove lei ha saputo non solo prendere ma anche dare tantissimo».

Daniela Porto si è anche aperta sulla scelta di Ludovica Martino come Marta, affermando che all’inizio non era convinta per via del fatto che era romana e per il suo curriculum in cui spiccano ruoli molto diversi da quello della sua protagonista, ma che comunque quando hanno parlato per la prima volta con l’attrice hanno capito che era la scelta giusta.

Ludovica Martino. Courtesy of Adler Entertainment

Nel corso del pomeriggio c’è stata anche una piccola conferenza stampa con i due attori e Marco Leonardi ha avuto modo di parlare del rapporto tra Marta e Lorenzo affermando: «È un amore quello tra Marta e Lorenzo, però non l’amore classico di coppia, bensì di due anime che soffrono e che lottano per avere una posizione, per i propri diritti e hanno entrambe questa grande dote di vivere e di vivere come si deve».

Anche Ludovica Martino ci ha dato un dietro le quinte sulla sfida che è stata per lei recitare in dialetto calabrese. Una grande sfida che è riuscita a superare grazie al suo dialect coach e allo stesso Marco Leonardi che l’ha aiutata molto. Ha poi affermato: «Mi sono sentita piano piano sempre più in confidenza con questa lingua. Mi sono divertita tantissimo, tanto che a volte improvvisavo anche e mi stupivo di me stessa. È stato divertente, è stata una bella sfida proprio per me come attrice e come persona, perché poi mi sono assunta la responsabilità di fare una cosa che in realtà non sapevo per niente fare. Però era una sfida, sai quando punti tutto e dici “speriamo che qualcosa riesco a fare” e sono stata molto contenta di aver superato la paura che avevo di non riuscire a gestire questo dialetto».

Ha inoltre affermato a fine conferenza: «Come attrice mi sento nel posto giusto con questo film, forse è una delle prime volte in cui mi sento così al posto giusto nel fare un film. Secondo me poteva venire in tanti modi e così è venuta un’opera anche necessaria. Mi sento di aver fatto un film utile e questo mi rende molto orgogliosa. Utile per mille motivi, perché racconta tante problematiche della nostra società, tanti difetti e offre tanti spunti di riflessione sulla condizione della donna oggi e sui diritti in generale, che ogni giorno ci troviamo a difendere e per cui lottiamo. Quindi in realtà mi sento molto a mio agio con questa opera e nel presentarla. Sono molto orgogliosa».

Come si nota dall’affetto con cui ne hanno parlato tutti e quattro, Il mio posto è qui è un film che merita di essere visto, non solo per il loro impegno ma anche perché tratta temi importanti su cui è necessario continuare a tenere un dibattito attivo.

Tratto dall’omonimo romanzo di Daniela Porto (edito Sperling & Kupfer), il film distribuito da Adler Entertainment è nelle sale italiane dal 9 maggio 2024.

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