Una valigia di emozioni: “The lover’s suitcase” è il nuovo disco di Andrea Causapruna.

20 Febbraio 2024
TheLoversSuitcase_Copertina_Causapruna

Le nostre vite sono quotidianamente sommerse da rumori e questo crea una costante: l’assenza di ascolto. Certo sentiamo discorsi, voci, musica ma molto spesso non ascoltiamo nulla: siamo solo lì con l’orecchio teso a sentire distrattamente tutta la vita che ci corre attorno ma, probabilmente, non ci soffermiamo mai attentamente ad ascoltare ciò che ci circonda.

È su questa riflessione che si inserisce The lover’s suitcase (la valigia dell’amante) il disco del musicista e compositore Andrea Causapruna, pubblicato per Word Fonogram Srls – records & publishing, figlio dell’ascolto dei sentimenti più profondi del suo stesso autore. Una chitarra stilizzata le cui chiavi assomigliano a dei fiori si stagliano su una copertina blu scuro, come la scia di una stella cadente in un cielo notturno: le otto tracce di questo lavoro infatti, trasmettono un’atmosfera delicata; le melodie leggere ma decise, si muovono su universi musicali diversi ma coerenti tra loro. A caratterizzare questo lavoro c’è l’umore nostalgico e tristedell’autore che riempie la sua valigia di amori ed istanti: aprendola ci trasporta nel suo mondo. The lover’s suitcase è infatti un percorso tra il sogno e la memoria in cui, si legge sul comunicato stampa, “il compositore elabora storie che sembrano rivivere in quel territorio dove il ricordo spartisce esperienze emotive con i sogni: ciò che non c’è più, con ciò che non è mai avvenuto”. Anche ad un orecchio meno esperto, le melodie di questo album non possono non ricordare quelle mediorientali come in Breeze in the bamboo che apre il disco, o in Miramar Cafè in cui è molto chiaro il riferimento ai suoni spagnoli: si ispira infatti al tango e rievoca l’immagine di un bar sul mare dove poter liberamente ballare fino a tarda notte.

Per spiegare il concept di questo lavoro è bene soffermarsi sulla sesta traccia e title track The lover’s suitcase. In questa composizione, Causapruna descrive la fine di una storia d’amore utilizzando una melodia un po’ vintage ma malinconica: il tema principale, molto nostalgico, è suonato dalla chitarra alla quale si aggiunge un accompagnamento di archi. Questo brano potrebbe essere rappresentato dalla coreografia di Yoann Bourgeois (danzatore francese) intitolata La mécanique de l’histoire (inertie), il primo di quattro momenti di una performance che rappresenta i quattro fenomeni fisici che governano la vita dell’uomo: inerzia, traiettoria, gravità, energia. Questo brano di addio e abbandono si sposa alla perfezione con il movimento statico ed infinito dei due danzatori che, mossi da una piattaforma girevole, si avvicinano e allontanano, si rincorrono, si ritrovano ed infine si lasciano per poi ricominciare tutto daccapo. Sono in una fase di inerzia dalla quale non escono, restando sospesi in quel libo che oscilla tra il benessere e il dolore: ma fa più male lasciare andare o rimanere? Andrea Causapruna trova il coraggio di lasciare andare le cose, mentre con la sua chitarra continua a rincorrere quel pensiero sfuggente che scivola dalla sua mente prendendo forma sui tasti del suo strumento musicale.

Yoann Bourgeois – La Mécanique de l’histoire “Inertie”

Questa consapevolezza trova eco anche nella traccia successiva, The farewell, in cui il musicista descrive una caduta raccontata, con le seguenti parole, nel comunicato stampa: “Nel momento in cui le cose non funzionano più, quello che sembrava l’equilibrio raggiunto si incancrenisce e gira su sé stesso, per poi cadere e disfarsi, dissolvendosi come negli armonici finali. Un brano che insiste su una formula d’arpeggio che si sviluppa in un moto continuo, con aperture melodiche e variazioni ritmiche caratterizzate da battute dispari a spezzarne l’uniformità.

The lover’s suitcase è quindi un disco personale, introspettivo e catartico, in cui le composizioni riescono a metterci in contatto con le nostre emozioni più profonde; soprattutto è un lavoro che si fa ascoltare… e non sentire.

Avatar photo

Roberta Matticola

Se fossi una parola sarei 'errare', grazie al suo duplice significato: "1. a. Andare qua e là senza direzione o meta certa [...] 2. a. Ingannarsi in un’opinione, sbagliare in ciò che si crede o si afferma." (Vocabolario on line Treccani). Ed io sono così: cammino tanto fino a consumare suole e commetto troppi errori.

Tra le poche cose certe, c'è il mio costante bisogno di scrivere di musica, in particolare di quella italiana ed emergente.
Poi rido e canto(... male).
Tanto.
E con il tono troppo alto.

"Il dj da una radio mi dice che fa bene cantare: ma chi ha mai saputo cantare?" - ColapesceDimartino: Considera.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Non perdere