Libertà oppressa come pesci in un acquario. “I pesci non posso volare”, il nuovo singolo di AdriaCo.

30 Aprile 2024
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Avete mai visto un pesce volare? Siamo sempre soliti immaginarli liberi nel mare o in un acquario mentre nuotano in piccoli spazi, ingabbiati in un’apparente libertà: guardando il loro movimento furioso, sarà capitato almeno una volta di chiederci se quei pesci abbiano mai fatto uno slancio per uscire fuori da quella “gabbia”. Ma lo sappiamo che i pesci non volano e non posso svincolarsi da un destino segnato, così come lo sa anche AdriaCo, un giovane cantautore romano che ha da poco pubblicato un singolo intitolato proprio I pesci non possono volare.

AdriaCo – I pesci non possono volare © Matteo Lucibello

Questo brano parla della depressione che, come una voragine dalla quale è difficile risalire, ti scaraventa nel fondo: provi (e vorresti) risalire con un balzo ma, come un pesce, resti bloccato in una “gabbia”.
La melodia della canzone, nel corso dei minuti non presenta stravolgimenti rimanendo “piatta”, presentandosi coerente dall’inizio alla fine e provando a trasmettere l’idea del disagio che si vive in una fase depressiva. Tutto è immobile, fermo, statico, che stenta a trovare una svolta: nell’ascoltare I pesci non possono volare, mi sono sentita come stesa per terra immobile a fissare inerme il soffitto, con l’apparente calma di vivere bene in quello stato. Forse l’obiettivo del brano era proprio quello di trasmettere il senso di apatia che si prova quando si è bloccati in un limbo mentale… Un po’ come quei pesci che nuotano ossessivamente in quei pochi metri di acquario che hanno a disposizione, non riuscendo mai a trovare la libertà. Descrive così Adriano Meliffi il concept del brano all’interno del comunicato stampa: «mi era richiesto di essere produttivo e non riflessivo, pratico e non analitico. La confusione mentale diventava stanchezza e caos e la delusione era l’unica sensazione a cui riuscivo a dare un nome. Come quando da bambino non volevo convincermi che quella visione che avevo avuto, i pesci nell’acquario di mio padre, che uscivano fuori dal vetro fluttuando a mezz’aria tra le persone, altro non era che un sogno.»

AdriaCo – I pesci non possono volare

Eppure i pesci volanti esistono e si chiamano exocoetidae: una particolare specie di pesce che, grazie alle loro ampie pinne, riescono a spiccare dei “voli” fuori dall’acqua per fuggire dai predatori. Ciò significa che anche la cosa più impossibile (come, ad esempio, i pesci che volano) può tramutarsi in realtà; di conseguenza anche in una situazione di profondo disagio – come raccontato nelle parole di AdriaCo – può trovare una via di fuga.

I pesci non possono volare è il quarto singolo estratto da un progetto discografico che prende il nome di Collezione di Arretrati: un disco dalla forte impronta autobiografica dove l’autore affronta temi che segnano il passaggio dalla giovinezza all’essere adulti, confrontandosi quindi con una nuova vita. Le grafiche di questi quattro brani, curati da Matteo Lucibello, sono dei disegni grotteschi che hanno l’intento di rappresentare graficamente le canzoni, in un caleidoscopio di colori, sfumature e forme. Ascoltando anche i singoli precedenti a quello citato, si riscontrano due anime musicali dell’artista: una più ritmata presente in Assedio e Cicatrici, ed una più delicata e intima come ascoltato in I pesci non possono nuotare e Amati. È proprio Assedio che, più delle altre, ha catturato la mia attenzione con i suoi suoni tribali ed elettronici, che sembrano arrivare dalle più recondite terre e tribù indigene sparse del mondo (l’artwork del singolo infatti, si compone di quattro teste poste una sopra all’altra che sembrano formare un totem). I suoni e ritmi primordiali di questa canzone trasmettono l’idea di una terra in guerra, di un nemico che si avvicina con spregiudicatezza ad una terra da assediare e conquistare. Seppur non con questi termini, Assedio potrebbe essere la metafora di una vera e propria lotta che compiamo contro noi stessi, contro la nostra mente, le sue idee ed i suoi pensieri: una lotta contro l’esterno e tutto quello che ci accerchia minando la nostra serenità (difficoltà, instabilità emotiva, ansia ecc). Il suo testo è denso di frasi e descrive anche momenti contrapposti tra loro dai quali il protagonista cerca di ribellarsi e sfuggire per ritrovare la sua calma.

AdriaCo – Assedio © Matteo Lucibello

Ci sentiamo «in guerra da sempre e ci sembra normale», una guerra (reale o metaforica) che forse troverà la sua fine. Sembra impossibile ma se anche i pesci possono volare, anche i conflitti giungeranno al capolinea… o almeno, è quello che si spera.

AdriaCo – Assedio
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Roberta Matticola

Se fossi una parola sarei 'errare', grazie al suo duplice significato: "1. a. Andare qua e là senza direzione o meta certa [...] 2. a. Ingannarsi in un’opinione, sbagliare in ciò che si crede o si afferma." (Vocabolario on line Treccani). Ed io sono così: cammino tanto fino a consumare suole e commetto troppi errori.

Tra le poche cose certe, c'è il mio costante bisogno di scrivere di musica, in particolare di quella italiana ed emergente.
Poi rido e canto(... male).
Tanto.
E con il tono troppo alto.

"Il dj da una radio mi dice che fa bene cantare: ma chi ha mai saputo cantare?" - ColapesceDimartino: Considera.

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