“Londra a Mezzanotte” di Guidobaldi: un brano di autoanalisi e frustrazione.

14 Maggio 2024

Però se solo avessi tempo, ne userei un po’ per guardarmi dentro” (cit. Guidobaldi, Londra a Mezzanotte)

Quante promesse ci facciamo ma non riusciamo mai a mantenerle? Le famose frasi come ” da lunedì mi metto a dieta”, “domani mi iscrivo in palestra”, “il prossimo mese smetto di fumare”, “questo comportamento devo eliminarlo”, “sarò una persona migliore” assumono contorni sempre più labili e, senza l’intenzione, si perdono nel momento esatto in cui le sentenziamo. Leggendo la citazione scritta all’inizio di questo paragrafo mi chiedo: abbiamo mai riposto il giusto tempo per osservare davvero chi siamo?

Questi pensieri sono molto simili a quelli che attanagliano Guidobaldi nel suo ultimo singolo Londra a Mezzanotte, dove i ricordi si fondono con pensieri e realtà: il tutto è accompagnato dal un suono indie-pop (percepisco degli echi della musica dei Canova, nda) mutuato da alcuni gruppi inglesi come Sex Pistols, The Libertines, The Vaccines.

Guidobaldi – Londra a Mezzanotte

Guidobaldi è una delle firme più ricorrenti nella musica indie italiana: all’attivo infatti dal 2018, ha alle spalle numerose pubblicazioni ed importanti partecipazioni a festival nazionali come il LazioSound2023 dove ha trionfato nella categoria “Songwriting Heroes”: un successo che gli ha permesso di salire sul palco del prestigioso Szitgest Festival di Budapest, una manifestazione musicale ungherese alla quale hanno partecipato negli anni diversi artisti italiani, non ultimi i Santi Francesi nell’edizione 2023.

Londra a Mezzanotte è una canzone che unisce passato e presente, parla di ricordi ma anche di situazioni attuali: è un brano in cui l’autore prende davvero coscienza e consapevolezza di essere nel torto e che ogni suo comportamento errato ha causato l’inevitabile erosione delle sue storie d’amore. Canta «eppure lo so, non ritornerai no» certo di aver sbagliato l’ennesima volta il suo atteggiamento e di non poter fare niente per rimediare ai propri sbagli. Il protagonista è una persona che si perde nel suo ego, nelle sue parole, nelle sue promesse e soprattutto, nel suo cellulare sommerso di notifiche che sembrano essere più importanti della persona che è con lui.

Guidobaldi © Marcella Hubner

Londra a Mezzanotte è anche uno spunto di riflessione suggerendo quanto sia davvero difficile oggi investire nelle relazioni e, soprattutto, crederci: un punto fondamentale nonché il più difficile. In un contesto sociale sempre più sgretolato, bisogna porre crescente attenzione ai propri rapporti e questo singolo sembra essere uno sprono a coltivare sempre di più i rapporti interpersonali. I momenti che viviamo con amici, partner o chiunque vogliate, richiedono una “presenza”, richiedono l’esserci in toto per assaporare appieno dei momenti che superano lo schermo di un telefono e le storie o i post social. È con questi sensi di colpa che il protagonista di Londra a mezzanotte ripensa a quelle calze a rete rotte nella capitale inglese rimpiangendo la semplicità di quel momento che non ha vissuto appieno. Molto bella la frase del comunicato stampa che descrive il brano: «le storie finiscono e spesso non sappiamo neanche perché, e alla fine ci restano soltanto foto e video da rivedere un’ultima volta prima di cancellarle definitivamente dal cellulare e quindi dalla nostra memoria». A dispetto della solitudine descritta in Londra a mezzanotte, la canzone si avvale di un lavoro corale per la sua stesura ad iniziare dalla scrittura, avvenuta insieme a Marco Proietti, per poi arrivare alla parte musicale alla quale ogni componente della band ha contribuito con una propria idea.

Londra a Mezzanotte è un brano all’apparenza allegro ma che, come molti, si presta per essere letto oltre le righe sino ad analizzare un fitto sottotesto fatto di gioie mancate e di errori ai quali non si può rimediare. È giusto inoltre soffermarsi anche sulla cover del singolo che ne riassume perfettamente il concept: il cantante fissa lo schermo di un cellulare avvolto da una busta di plastica trasparente, dalla quale non filtra neanche l’aria, come se fosse un elemento superfluo per la sopravvivenza! All’interno di quella stessa busta di plastica nella quale (spesso) ci rifuggiamo, mi chiedo nuovamente: ma abbiamo davvero il tempo per guardarci dentro, o semplicemente procrastiniamo il momento per paura di guardare davvero chi siamo? Ci vorrebbe un po’ di coraggio in più per vivere senza rimpianti… o quanto meno, provarci.

Guidobaldi – Londra a Mezzanotte (cover)
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Roberta Matticola

Se fossi una parola sarei 'errare', grazie al suo duplice significato: "1. a. Andare qua e là senza direzione o meta certa [...] 2. a. Ingannarsi in un’opinione, sbagliare in ciò che si crede o si afferma." (Vocabolario on line Treccani). Ed io sono così: cammino tanto fino a consumare suole e commetto troppi errori.

Tra le poche cose certe, c'è il mio costante bisogno di scrivere di musica, in particolare di quella italiana ed emergente.
Poi rido e canto(... male).
Tanto.
E con il tono troppo alto.

"Il dj da una radio mi dice che fa bene cantare: ma chi ha mai saputo cantare?" - ColapesceDimartino: Considera.

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