“Central Park West”, il teatro accoglie e con applausi la cinica ironia di Allen

9 Gennaio 2024

“Central Park West”, proposto in scena a Roma, Teatro Tor di Nona, dal 3 al 7 gennaio, è un’immersione a tutto tondo nella commedia agro-cinica di Woody Allen. Autore di un testo celebre e trasposto in lingua italiana, per il teatro, da Antonello Avallone, che del comico americano riproduce sul palco diversi caratteri peculiari, dalla caustica ironia alla mimica del corpo, passando per quella tagliente, provocatoria, indolenza che ha reso tanto celebre Allen.

Lo spettacolo, prodotto da Compagnia delle Arti, gira su e giù per l’Italia da oltre un anno, ne deriva una solidità nell’impianto dialogico e nel gioco d’incastri scenici tra i personaggi, che con disinvoltura si alternano – e si scontrano, anche fisicamente – sul palco. Regia “old school” e senza sbavature che enfatizza le personalità degli interpreti: Elettra Zeppi e Flaminia Fegarotti sono i fari grintosi e brillanti di una partitura briosa e accesa al momento giusto da colpi di scena dove Avallone è perfetto trait-d’union per l’entrata in scena di Claudio Morici e Maria Angelica Duccili.

Gli interni di questa New York borghese e annoiata sono credibili, il pubblico capitolino si diverte e si immerge in un’atmosfera che riporta, anche nei costumi come alcuni oggetti d’uso – il telefono a cornetta, piacevole cimelio – agli usi degli anni Ottanta. Cinismo, tradimenti, illusione, colpi di pistola: non muore nessuno, solo dolore e (falso) stupore. La morale alleniana pare attualissima, l’affermazione nella sfera professionale e il benessere economico non fanno primavera, tutti i personaggi – senza eccezioni – sono privi di qualche tassello determinante per il raggiungimento di un equilibrio emotivo e psicologico. Che in effetti rimane una chimera, dito puntato contro immaturità, edonismo e crisi di mezza età. Meglio dunque schivare i colpi e cogliere con opportunismo il lato egoisticamente favorevole degli avvenimenti. E’ quel galleggiamento quotidiano che dal palco del Tor di Nona arriva dritto e diretto agli spettatori, anche attraverso sfoghi ad alta voce e conditi da un linguaggio crudo, al limite dello sporco, che però fa tanto “è quanto sento accadere dal vicino di casa”.

Si ride e di gusto con Central Park West. Senza pensare troppo. Una fetta d’arancia condita con del pepe. Una formula di teatro tradizionale che in uggiose giornate d’inverno è capace di riempire le platee.
A Roma è avvenuto, per cinque giornate di mise en scene, una notizia non così scontata. Dunque rivolgiamo un plauso ad Avallone e soci, compresi gli assistenti alla regia Francesca Cati e Luci Luca Staiano: bravi tutti.

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