La violenza di genere in Finché morte non ci separi?…la menzogna dell’amore

18 Marzo 2024

Finché morte non ci separi?… – la menzogna dell’amore – è il titolo dello spettacolo scritto e diretto da Giuseppe Oppedisano che è andato in scena dal 6 al 10 marzo al teatro Tordinona a Roma.

Sei diversi racconti su diversi tipi di violenza sulle donne: infibulazione, lapidazione, violenza fisica e sessuale, stupri di massa, violenze etnico/religiose, violenza psicologica, manipolazione e infine revenge porn. Ogni storia porta a galla i soprusi che le donne hanno dovuto subire fin dall’inizio dei tempi, alcune più sfortunate di altre per via del luogo in cui sono nate.

Oppedisano mette in scena una pièce che non dà allo spettatore un attimo di pace, un secondo per riprendere il respiro. Ogni storia colpisce per la sua brutalità nel mostrare la vita di donne diverse che hanno dovuto affrontare violenze inaudite e, anche se alcune sono sopravvissute, quella sofferenza è rimasta incatenata dentro di loro, indipendentemente dal tempo trascorso.

Magda Andrzejewska e Giuseppe Oppedisano. Finché morte non ci separi?… – la menzogna dell’amore –

Violenze che si consumano tra le mura di casa, tra le strade di un villaggio in Somalia, nelle stanze di un hotel durante la guerra in Bosnia-Erzegovina, nella casa di una famiglia per bene. A guidare il pubblico tra queste storie c’è Mariandrea Filpo che durante le due ore dello spettacolo espone fatti riguardo tutte le donne che nel mondo subiscono violenza da parte degli uomini.

Madeleine Faye, Dario De Francesco, Alessandro Ferri, Irene Géleng, Roman Khromykh, Cristina Barbagallo, Arianna Toso, Magda Andrzejewska, Giuseppe Oppedisano, Maurizia Grossi, Alexander Perotto, Ray Capparucci, Jacopo Bargnesi, Marco Bertes e Damiano Maj sono coloro che portano in vita queste storie così difficili con straordinaria immedesimazione e credibilità, tutti talmente bravi che si vive quella violenza sulla propria pelle e contemporaneamente nasce un disprezzo profondo per i carnefici di queste donne, vittime di un qualcosa di terribile solo perché sono donne, sono considerate nulla e devono obbedire agli uomini.

Finché morte non ci separi?… – la menzogna dell’amore – trasporta lo spettatore in uno stato di angoscia per tutta la sua durata, crea il bisogno di scappare dalla sala, di muoversi, di fare qualcosa per aiutare quelle donne. Oppedisano sceglie di non soffermarsi sulla storia dei carnefici, di non indagare sul motivo del loro comportamento, probabilmente perché vuole mostrare la realtà pura e cruda senza dare la possibilità al pubblico di cercare le ragioni per cui gli uomini arrivano a compiere certe azioni e d’altronde è inutile cercare giustificazioni, i carnefici sono mostri.

Nonostante ciò, lo spettacolo ha un problema, quello di raccontare troppe storie e risultare quindi a un certo punto davvero troppo, magari sarebbe stato meglio concentrarsi solo sulle tre/quattro storie meno conosciute e meno affrontate dalla cronaca.

In conclusione, Finché morte non ci separi?… – la menzogna dell’amore – scuote l’animo dello spettatore, lo turba e lo lascia con un vuoto dentro per la consapevolezza che questa, ancora oggi, è la triste realtà di moltissime donne.  

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