“La sparanoia” ironizza sul disagio e la sconfitta della Gen Z

3 Aprile 2024

“La sparanoia – Atto unico senza feriti gravi purtroppo” toglie i veli e ironizza sulla sordida apatia della Generazione Z. Dei ragazzi italiani nati negli anni 90 del Novecento, ormai adulti ma senza prospettive concrete e nemmeno ideali. Schiacciati dal conformismo imperante, da un sistema censorio e opprimente, dalla mancanza di una linfa vitale, da schemi famigliari soffocanti. Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri hanno proposto, al pubblico del Teatro Vascello, dal 27 al 30 marzo, un quadro grottesco quanto spiazzante di quanto sta accandendo in questa fase storica. Incerta, inerme, inerte.

Il testo, scritto da Fettarrappa con il contributo intellettuale di Christian Raimo, irride la società degli adulti e ironizza sulla scarsa verve della futura classe dirigente. Ragazzi in una divisa grigia che somiglia ad una camicia di forza, inettitudine ed entropia a farla da padrone. Le ideologie si alimentanto con la cannuccia di un succhetto, la rivoluzione si concretizza con le pistole ad acqua, uno stendino si fa botola e finestra sul mondo. I media aizzano i litigi e standardizzano il caos.
La rabbia e il fuoco della lotta per i diritti sono una chimera, la sinistra è estinta, ogni azione è controllata da droni, dai lampeggianti della pubblica sicurezza – pietre angolari dell’allestimento scenico – dal controllo che esercitano gli adulti. Nessuna possibilità di indagine, cultura sbeffeggiata e sbiadita.

Non si esce, dalla precarietà, dal basso profilo, dai problemi per gli eccessivi costi della vita, dalla timidezza. Il progetto prodotto da Sardegna Teatro-Agidi mette in mostra un tunnel senza scampo, l’umorismo può essere una panacea ma solo in superficie. La trappola intorno all’individuo è ben disegnata, e, al contrario delle memorie Carriane di Truman Show, non vi è alcuna scala che conduce ad una via d’uscita.
Le vite pre-compilate e pre-determinate rimangono, senza alternativa di sorta.

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