Tra cuore, ragione e sorrisi. “Tutto a posto” ritorna e sbanca di nuovo a Roma

27 Gennaio 2023

Palco diviso a metà. Da una parte il sentimento e la real politik della vita, dall’altra la ragione e le turbe della mente. “Tutto a posto” ha fatto ritorno in scena al Cometa Off di Roma, quel Teatro che nel 1994 propose per la prima volta il testo di Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre. Una scrittura che risulta ancora attuale, ironica e tagliente, termometro né è stato il pubblico che ha assiepato la platea di via Luca della Robbia in tutte le serate di programmazione, dal 18 al 22 gennaio.

Prodotto da Associazione Culturale Garrincha e MB International World Art, il brillante spettacolo ha visto alternarsi gli interpreti Clarissa Curulli, Federico Maria Galante, Giacomo Ciarrapico Jr., Giuseppe Zep Ragone, Kabir Tavani e Marco Landola. La regia di Maurizio Lops ha giocato sulla divisione – orizzontale e verticale – degli spazi, tra il disordine di un interno domestico e le vie tortuose e nervose che collegano cuore e cervello. Indolenza, illusione, inconscio, istinto, coscienza, “super Io”. I chiari del là fuori, il nero delle viscere umane. Componenti distinte ma complementari e funzionali alle decisioni che ogni esemplare di sapiens prende ogni giorno. Nei rapporti con gli altri, nei piani di coppia, nei progetti di lavoro. La bilancia del disagio è forte e persistente. Chiamasi mal di vivere. Il protagonista ne soffre, è demotivato e privo di prospettive, ma davvero vuole farla finita? La dichiarazione d’intenti viene portata ai raggi X, analizzata, pro e contro, infine una sintesi. Mica facile però scegliere mentre là fuori, nella vita, tutto diviene. Le occasioni, anche quelle buone, che sfumano anche maldestramente. Caustico e spiritoso – con scambi di battute estremamente esilaranti –  lo spettacolo fa sì pensare alle paturnie dell’uomo occidentale contemporaneo ma fa soprattutto sorridere. Sull’assurdità di pensieri contorti ed un’esasperazione del vissuto tanto evitabile quanto spesso ingiustamente tossica. Soprattutto rispetto a noi stessi.

Cosa è giusto, cosa è sbagliato. Non è dato a sapersi. Ci vogliono coraggio, ma anche sale in zucca. E capacità di salire sul vagone quando il treno passa.
Nell’attesa, ridiamoci su.

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