Carnefice e vittima. Ruoli che fluttuano, che si rimpallano a destra e a sinistra, su una linea temporale che attraversa il sangue ed il tempo. “Io ed Elena”, spettacolo proposto in scena dal Teatro Trastevere, Roma, dal 11 al 14 maggio, si snoda intorno al rapporto tra due donne. Che potrebbero essere madre e figlia, o due poli della medesima personalità, o ancora lo sdoppiamento tra realtà e sogno, tra il sè è la proiezione della parte di sè che si vorrebbe a tutti costi nascondere. La vergogna di un fallimento, lo stigma del diverso rispetto al binario del mediamente accettato. Donatella Busini è autrice di un testo che tocca, con crudezza, anche brutalmente, diverse corde emotive. La drammaturgia restituisce, altresì, uno spaccato desolante delle dinamiche che avvengono all’interno delle mura domestiche. Uno spazio solo in apparenza amico, con una madre, interpretata e con personalità proprio da Busini, totalmente proiettata sul proprio rilancio nei rapporti con il genere maschile. Dating App, incontri mordi e fuggi, due di picche e anche sorprese spiacevoli. Un ego-riferimento estremo e squallido che ha il contraltare nel totale disinteresse verso una figlia che ha il dono della purezza.
Ornella Lorenzano indossa i panni di una giovane che sin da tenera età fa dentro e fuori da strutture psichiatriche. Roba di farmaci, costrizioni, quotidiane violenze. Ma ora è a casa. Adora la madre, sprizza di allegria e di energia, ha in dote una forte sensibilità. La capisce, più di quanto essa stessa potrebbe immaginare. Ma alla genitrice ciò non interessa proprio, fino alla svolta che porta i ruoli ad invertirsi. Tuttavia lei, la figlia, non prende la parte “brutta” della madre. Semplicemente la accudisce.
La regia di Mauro Toscanelli è attenta, ricca di dettagli e in grado di arricchire i quadri narrativi caricando di significato ogni singolo elemento scenico, dalle parrucche al tavolo con lo specchio, fino ai piani inclinati distribuiti ai quattro lati del palcoscenico. Il disegno luci, firmato Francesco Bàrbera, come i costumi di Emanuele Zito, sono efficaci nell’evidenziare le differenze sostanziali tra i due personaggi. Minuziosa anche la ricerca musicale, cifra distintiva delle direzioni firmate Toscanelli. Il finale affascina perché rimane aperto: dove sta la follia? chi la manifesta per davvero? E chi stabilisce i criteri di normalità? L’ uscita dal Trastevere è piena di spunti dj
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IO ED ELENA
di Donatella Busini
regia
Mauro Toscanelli
con
Donatella Busini
Ornella Lorenzano
Luci
Francesco Bàrbera
Drammaturgia musicale
Mauro Toscanelli
Scene
Mauro Toscanelli
Costumi
Emanuele Zito
Claudio Giovannelli
Aiuto Regia
Francesco Maggi
Produzione IPAZIA