“Time Between Ashes and Roses”, l’estetica senza etichette di Ponifasio sorprende ancora

29 Ottobre 2023

I giorni 18 e 19 ottobre, il Teatro Argentina di Roma è tornato ad accogliere Lemi Ponifasio, a distanza di 11 anni da “Birds with Skymirrors”. Il nuovo progetto, “Time Between Ashes and Roses”, inserito nel calendario di Roma Europa Festival, mantiene inalterata una cifra che attraversa il percorso artistico del regista teatrale e coreografo samoano. Ovvero un’estetica sospesa tra opera, musica, rituale e teatro, che supera le convenzioni di una produzione artistica ritenuta apertamente, da Ponifasio, antropocentrica ed eurocentrica. Un “purgatorio”, come lo definisce Ponifasio senza mezzi termini.
E così avviene che i rituali tribali, le lingue ancestrali dei popoli oceanici, l’espressività di corpi fortemente caratterizzati diventano veicolo unico di messaggi che attraversano le fasi della vita.

Veicolo fisico dello spettacolo sono i performer Gabriel Castillo, Rosie Belvie, Rangipo Puti-Wallace-Ihakara, Helmi Prasetyo, Ria Paki, Kajumako Rameka, Kawiti Waetford, Kopua Ani Topapa Aniwaniwa.
Si muovono lentamente ma al contempo esprimono una fortissima energia, hanno un’espressività pura, ovvero scevra da sovrastrutture culturali. E’ un’arte che non necessariamente intende comunicare, se non addirittura vendere, una narrazione. Mancano i sovratitoli, il pubblico è inondato da suoni e da forme di comunicazione lontane 24 ore di aereo dalle mediterranee abitudini. Il teatro, improvvisamente, diventa luogo rituale, votato al trascendente, alla comprensione del mondo attraverso l’abbandono estatico. Un fluire ipnotico di sequenze, liturgie millenarie, movimento, oscurità e luce. Tra le ceneri e le rose.

Un percorso spirituale che però ha una forte attinenza con le contraddizioni e le deviazioni umane, che scorrono sul fondo di una tela bianca. Utopie ora irrealizzate, ora precipitate e senza controllo nella violenza. Le 150 guerre censite attualmente nel globo: emergono tutte, prepotentemente.

Obiettivo vero di Ponifasio non è raccontare, criticare, fornire punti di osservazione. Ma guarda molto più in alto, alla riconnessione con il cosmo. Attraverso, appunto, le cosmogionie e le mitologie.
A partire dagli antenati, dalle cerimonie, passando per spiriti e conoscenze cancellate, proibite o messe da parte dalla colonizzazione “bianca”.
La danza, in questo fluire, è un’energia potente per combattere o per procreare, uno sforzo per sopravvivere.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Non perdere

“Femininum Maskulinum”, l’ultimo capolavoro di Giancarlo Sepe.

È stato in scena dal 3 al 21 aprile, presso