Cinghiali: una riflessione agrodolce della convivenza

17 Gennaio 2024

Era semipieno ieri sera il Teatro de’ Servi per la prima di Cinghiali, che sarà in scena fino al 28 gennaio e che comprende nel cast attoriale gli ottimi Duccio Camerini, Antonia Di Francesco, Veronica Liberale e Giuseppe Zep Ragone. Lo spettacolo di Veronica Liberale (vincitrice per quattro anni di seguito del Roma Comic Off) con la regia di Pietro De Silva (Boris Giuliano nella serie televisiva Il capo dei capi), riflette in maniera agrodolce lo stravolgimento della natura conseguito dall’uomo.

Siamo a Macchia Desolata, un posto di frontiera per creature sbandate dove Nerina (Antonia Di Francesco) e Calidone (Duccio Camerini) tentano di sopravvivere. Un giorno vengono raggiunti da Amaranta (Veronica Liberale) direttamente dalla Maremma con i suoi molteplici figli. L’arrivo però dei “dumani” (chiamati così dai protagonisti perché al posto di due zampe hanno “du’mani”) costringe i 3 a rifugiarsi altrove, dove incontrano Red (Giuseppe Zep Ragone). Quest’ultimo li persuade nel seguirlo in città dove li aspetta un futuro più roseo e pacifico. Forse però la convivenza tra animali selvaggi e “dumani” è solo un’utopia.

Se dovessimo paragonare Cinghiali a qualche altra opera non teatrale la mente ci porta a Bojack Horseman, poiché nella serie televisiva targata Netflix gli animali hanno sembianze umane, e soprattutto al romanzo firmato da George Orwell dal titolo Animal Farm. In quest’ultimo caso perché lo scrittore nato a Motihari metteva in luce quanto l’uomo, dopo essersi ribellato, finisce, in conseguenza della brama di potere, per divenire esattamente come la persona contro cui ha combattuto, imponendo il regime dittatoriale.

Vedere perciò a teatro una storia così profonda e divertente ambientata a Roma è alquanto invitante. A conti fatti tutti i messaggi che Veronica Liberale tratta risultano efficaci, dalla guerra alla speranza passando per l’edificazione selvaggia. La guerra, in particolar modo, viene approfondita a tal punto che lo spettacolo non esige nel dare una risposta su come mettere fine al difficile rapporto tra animali ed esseri umani, ma senza ombra di dubbio non potrebbe esistere una convivenza pacifica se entrambe le specie non riescono a convivere tra loro (i mammiferi non si fidano l’uno dell’altro e le persone si fanno la guerra).

Cinghiali è uno spettacolo da vedere, se non altro per assistere a qualcosa di diverso da quello a cui siamo abituati. Tuttavia, per quanto sia interessante, la durata eccessiva visto che non tutte le scene sono essenziali, una scenografia mal sfruttata e l’acustica del teatro al di sotto delle aspettative, fanno presagire che visto il materiale a disposizione si sarebbe potuto fare di più.

Avatar photo

Jacky Debach

Isac Jacky Debach nasce a Roma il 30 gennaio 1994. Ha conseguito la laurea triennale in Comunicazione pubblica e d'impresa presso La Sapienza, la laurea magistrale in Cinema, televisione e produzione multimediale presso l'Università degli Studi Roma Tre (DAMS) e il diploma di Master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". Ha lavorato come redattore per Cosanepensate.it, come account commerciale per la ME Production SRL e ha collaborato con Madmass.it, Metropolitan Magazine.it e Recensito. Attualmente gestisce la pagina social Cinefusi.it e lavora come social media manager. Amante del cinema, della musica, della serialità televisiva e del calcio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Non perdere

“Quattro minuti e 12 secondi”: un dramma famigliare tra verità e mistero

Quei bravi ragazzi, educati, formali, rispettosi, gentili, sorridenti, senza macchia…