Le lacrime dell’eroe in prima nazionale al Teatro India per Roma Europa Festival

12 Novembre 2022

recensione di Emiliano Metalli

Debutta Le lacrime dell’eroe, terzo capitolo di una trilogia che Enzo Cosimi dedica all’Orestea.

Il teatro India che ospita lo spettacolo, per architettura e ubicazione, ha già di per sé il fascino dell’isolamento. Accentuato dalla serata autunnale, umida per il fiume che scorre a pochi metri, il senso di unicità della serata è condivisa, almeno all’apparenza, dal pubblico presente. Fedelissima, attenta, incorruttibile, la piccola folla assiste con devozione alla prima di questa parte conclusiva del dramma di Oreste con un senso di sospensione, ma anche di unicità e privilegio. Caratteristiche che segnano tutta la programmazione del REF, canale privilegiato per la conoscenza di realtà artistiche di respiro internazionale.

Latrati lontani accolgono l’ingresso in sala: a memoria della bestialità delle Erinni pronte a trasformarsi nelle benevole divinità democratiche. Una trasformazione quasi negata, visto che alla fine il latrato resta, segnale evidente di una colpa non lavata e non perdonata. Eppure il dato di partenza – la tragedia – vorrebbe proporre proprio un passaggio di testimone da colpa a responsabilità. La prima non punita, la seconda affidata non più al singolo bensì alla comunità. Perché Eumenidi è un dramma civile che coinvolge inevitabilmente tutti. Tutti cittadini allora, tutto il pubblico oggi. È chiarito fin dall’inizio, nero su bianco, dal testo che scorre silenzioso e inesorabile su due schermi giganti di cellulari. Siamo noi i giudici? Così sembra. Del dramma come dello spettacolo. Con l’intento di mettersi a nudo e svelare infine gli intenti oltre la narrazione, di fatto annullata. E lo schermo del cellulare, oggetto imprescindibile ormai che sbianca le facce di spettatori annoiati o tardivi, solitamente, è qui invece principio e conclusione di un dialogo fittizio fra “chiunque di noi” e l’AI. Un dialogo interiore, forse. O mancato, più plausibilmente.

In ogni modo questa è la cornice filosofico-concettuale, ma anche informativa, per l’azione scenica. Azione, appunto, frammentaria, estrema e stilizzata al tempo stesso. Azione in cui un gesto è eterno e un altro conta poco più di un millesimo di secondo rispetto all’eternità. La scansione temporale è ideata e bilanciata in tutti gli aspetti necessari alla sua definizione: luce e suono, su tutti. Ma anche materia, corpo, gesto, riflesso, assenza, oggetto, distacco e pubblico, che viene ingurgitato nell’atto del superamento – forse – del gesto matricida. I frammenti scenici si allineano a comporre un percorso temporale, ma fuori del tempo dando luogo a una performance scenica coinvolgente e distante al tempo stesso. In cui l’atto del giudizio – centrale in Eschilo – è qui concettuale, mentre si ripresentano i brani, le testimonianze dirette, sotto gli occhi di tutti.

A voler ricomporre l’unità sociale sembra fondamentale il superamento anche del patriarcato che resta invece, almeno per gli antichi, il presupposto su cui la società si fonda. Difficile dunque comprendere se l’esito finale – l’uscita coturnata in una altra realtà virtuale – sia una emancipazione o bensì una condanna.

Resta la forza espressiva dei tre interpreti e di tutto il cast creativo, ma soprattutto la visione civile di un’Arte di ricerca tesa all’analisi della società e non al suo servizio.

Crediti

regia, coreografia, costumi, video Enzo Cosimi
drammaturgia Enzo Cosimi, Maria Paola Zedda
progetto digitale Marcello Cualbu, in collaborazione con Felice Colucci
spazio scenico Enzo Cosimi, Filippo Lilli
sound design Filippo Lilli
performer Alice Raffaelli, Lorenzo Caldarozzi, Filippo Lilli
voci Enzo Cosimi, Alice Raffaelli, Maria Paola Zedda
luci Giulia Belardi, Enzo Cosimi
organizzazione Pamela Parafioriti
assistente di produzione Luca Della Corte
contributo video Roberto Gentile

Il progetto è realizzato con il sostegno per le residenze di: Fondazione Armunia, Teatri di Vita, Progetto Borca – Ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, BASE Milano,

produzione Compagnia Enzo Cosimi, Romaeuropa Festival

con il sostegno di MIC Ministero della Cultura, Regione Lazio

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