“La pace non è mai stata un’opzione”, a teatro la tensione dei rapporti di coppia e le sue derive

9 Aprile 2023

La stanza da letto, e in particolare il letto, sono il “luogo” della casa in cui si chiudono le giornate, e dai cui iniziano, i nuovi giorni. E’ il luogo dove si tirano le somme, si mettono insieme i pensieri. Nel caso delle coppie è il luogo dei confronti e degli scontri, o al contrario dell’apatia e dei silenzi. E’ il luogo dell’intimità, se viene ricercata. Un “se” grande come una casa, verrebbe da dire.
“La pace non è mai stata un’opzione”, il testo scritto da Emanuele Aldrovandi, focalizza l’attenzione sul tema dell’identità: percepita, reale, presunta. L’ io di una Lei, l’io di un Lui, per come i rispettivi titolari della stessa vorrebbe che venisse interpretata dall’altro. Cioè, la sostanza, l’impressum di ciò che di noi, presi come singoli, arriva alla dolce metà, al compagno/a di letto. Gli esiti che ne derivano, nei quadri disciplinati da Silvio Peroni e portati in scena al Teatro Argot Studio di Roma, dal 30 marzo al 2 aprile, sono imprevedibili. Nelle loro evoluzioni, negli esiti che derivano.

Gli attori Sara Putignano e Marco Quaglia incarnano l’archetipo (riuscito) dei partner maturi, che si conoscono come le loro tasche, che osservano e conservano nei cassetti della mente le rispettive debolezze. Per poi sbottare alla prima occasione utile, ad esempio un weekend da trascorrere insieme per celebrare il compleanno. Di lei, che a Oslo proprio non ci vuole andare. Perde le staffe e lancia un’invettiva contro la (in)sufficienza del compagno. Da questo istante, sul letto che è focus dominante dell’impianto scenico, si articolano scenari potenziali e possibili, spingendo fino al limite l’esasperazione, fino ad arrivare anche al punto di rottura. L’incomunicabilità, che poi diventa violenza e tragedia. Momenti scanditi da un efficace gioco di luci, con l’alternanza tra chiari e scuri che segue l’accendi-spegni della ragione e mostra come l’animalità della specie umana può sempre uscire. Anche quando si prova amore. L’essere umano è natura, l’identità che costruisce spesso non coincide con quello che arriva all’altro. Questo disallineamento toglie sicurezza e può ferire l’orgoglio. Di qui, le reazioni esagitate e pericolose. La pace, lontana come un miraggio.

Gli interpreti sono appieno nei rispettivi ruoli, trasmettono al pubblico un’intensità emotiva e vocale che raramente abbiamo visto con tanta potenza negli ultimi tempi a teatro. Per lo meno, nella scena Off romana. Peroni, in regia, si conferma ad altissimi livelli dopo il recente “Ducks” visto sempre a Roma al Teatro Belli.
Lo spunto che, al termine dello spettacolo ci siamo portati a casa punta dritto agli schemi culturali in cui siamo imbrigliati. Un conformismo che restituisce confort ma nel contempo chiede molta attenzione alla cura dell’individuo, della sua immagine ufficiale. Nel mezzo si inseriscono i rapporti sentimentali. L’amore a volte vince, altre vola via. Dipende dal coinvolgimento ma anche dalla capacità di aprire una breccia nella corazza ed entrare per davvero nel cuore di chi ci sta accanto.

“La pace non è mai stata un’opzione” è una produzione della Compagnia Mauri Sturno. Ci auguriamo presto di rivedere lo spettacolo nei cartelloni capitolini e non solo.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Non perdere

“Montagne russe” di Assous: un misterioso girotondo emotivo

Una serata come le altre per il settantenne, conformista, tradizionalista,