Perchè Challengers è l’essenza del cinema di Guadagnino

7 Maggio 2024

Il desiderio per Luca Guadagnino è da sempre pilastro portante della sua filmografia. Basti pensare al suo secondo film, per tanti, il dimenticabile Melissa P. tratto dal romanzo-scandalo dei primi anni Duemila “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”, che giocava proprio sulle prime esperienze con il sesso di una ragazza che scopriva il piacere sessuale e il già citato desiderio. Il lungometraggio successivo, Io sono l’Amore, apre la “Trilogia del desiderio” che continua con A Bigger Splash, presentato in concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e si conclude con Chiamami col tuo nome, che ha consacrato il regista italiano nel panorama internazionale.

Questi tre lungometraggi pongono al loro centro la passione che si struttura in diversi racconti sentimentali. Io sono l’Amore del 2009, segue la relazione segreta della moglie di un ricco industriale milanese dell’alta borghesia e un amico di suo figlio. La protagonista Emma Recchi è interpretata da Tilda Swinton, attrice feticcio di Guadagnino fin dal debutto con The Protagonist, che richiama anche per il secondo capitolo, cioè A Bigger Splash. Questo non è solo il remake di La piscine di Jacques Deray, ma un thriller pieno di nudità dei corpi anche degli altri personaggi principali interpretati da Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts e Dakota Johnson, che qualche anno dopo sarà, con anche Swinton, nel cast di Suspiria.

La trilogia cinematografica si chiude con l’amore gay tra il diciassettenne Elio e lo studente più grande Oliver ambientato non in Liguria, come nell’omonimo libro, ma in Lombardia nelle campagne del Cremasco. Con questo porta sul grande schermo, anche merito del giovane ma già talentoso Timothée Chalamet, le pulsioni amorose adolescenziali e concentrandosi su quelle delle prime volte. Questi film, girati in varie zone d’Italia e muniti di una location con piscina, sono anche quelli dove Guadagnino, cuoco per hobby, mostra un altro tratto che lo contraddistingue, ossia quello in cui le scene con le pietanze culinare, diventano seduttive e il cibo è carico di sensualità, l’esempio più celebre ovviamente è la pesca di Elio.

Chiamami col tuo nome conferma anche uno dei talenti di Luca, quello di riuscire a parlare al giovane pubblico, Millennials e Gen Z, che finalmente trova un autore nazionale in grado di mostrare l’amore in tutte le sue forme e senza paletti. Da questo momento il suo cinema diventa anche manifesto della comunità LGBTQIA+, Guadagnino è dichiaratamente omosessuale, ma anche una nuova voce italiana in grado di farsi apprezzare dalla critica mondiale.

Proseguendo con la carriera, dopo l’omaggio in chiave femminista dell’horror di Dario Argento, nel 2020 è stata la volta di We Are Who We Are, miniserie che lo stesso regista tende a precisare d’essere un lungo film di sei ore e non un prodotto seriale televisivo. Qui, Luca fa quello che gli viene meglio cioè mettere in scena, come era già successo con la trasposizione dell’opera di André Aciman, il desiderio amoroso che non conosce definizioni di genere.

La produzione HBO e Sky è un coming of age che racconta le vicende di un gruppo d’adolescenti americani della Generazione Z che vivono da noi, in una base militare statunitense a Chioggia nel 2016. Questo progetto è anche quello in cui il regista palermitano riesce a comunicare con il guardaroba dei vari protagonisti, talento già mostrato anche nel dramma famigliare filmato nella Villa Necchi Campiglio di Milano con gli abiti Jil Sander di Emma o quelli firmati Raf Simons per Dior in A Bigger Splash.

Guadagnino si è anche cimentato con documentari o cortometaggi, in cui ancora una volta si può ritrovare il desiderio. Gli esempi più noti che rappresentano al meglio questo sono Bertolucci on Bertolucci, docufilm sul regista Bernardo Bertolucci di cui il regista palermitano ne è l’erede. In questi anni Luca collabora anche con il mondo della moda, per cui gira sia il mediometraggio The Staggering Girl ispirato da una collezione di Valentino creata da Pierpaolo Piccioli, ma anche Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni sull’anima visionaria e creativa di Salvatore Ferragamo.

Proseguendo nel 2022 è la volta di Bones and All dove si mette ancora in scena un amore giovanile. I protagonisti non sono però dei normali adolescenti ma dei cannibali, questo è forse il film più dark, in coppia con Suspiria, di Guadagnino e la passione carnale è allo stato più estremo, dove c’è il bisogno d’assaporarsi e mangiarsi per completarsi.

Ma arriviamo all’ultimo lungometraggio, quello che sta sbaccando al botteghino, cioè Challengers con il triangolo amoroso dei protagonisti di Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist. Questo è un dramma che si basa, ancora una volta, sul passione dove c’è molta pelle, sudore, primi piani di cosce e braccia muscolose e sguardi pieni di lussuria, così delirantemente esagerato che non riesci a togliergli gli occhi dal grande schermo per tutta la durata della visione.

Nella pellicola ritroviamo quindi tutto quello che abbiamo imparato a riconoscere nel cinema di Guadagnino: il desiderio d’amare o sottomettere, la tensione sessuale che pervade in lunghi scambi che qui sono mostrati durante le partite di tennis, la cura nei dettagli dell’arredamento perchè Guadagnino è anche interior designer, il genere alimentare sessualizzato in primo piano come la banana o i churros, che mangiano i due amici-rivali Patrick e Art, una colonna sonora perfetta al ritmo dei montaggi adrenalinici e per finire la moda.

Challengers è la prima collaborazione con uno stilista, il fedele amico Jonathan Anderson, che propone addosso al trio capi della sua linea d’abbigliamento. Il direttore creativo di Loewe, non solo ha fatto da costumista ma ha creato una capsule collection dedicata di cui la t-shirt con la scritta “I Told Ya” , indossata sia nel lungometraggio che durante il tour promozionale, è andata subito a ruba anche nella versione non originale e più economica. Per concludere Luca Guadagnino si è trovato così bene a lavorare con Anderson che l’ha richiamato anche per il suo prossimo lavoro Queer, che uscirà entro la fine dell’anno e forse sarà presentato in anteprima alla 81ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica.

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